Sulle note dei Negramaro ieri su Rai 1, venivano proiettate le foto di strade, piazze e monumenti intitolati ai due giudici e agli uomini delle scorte: Lungomare di Pietra Ligure, Aosta, Chieti, Ascoli Piceno e tante altre località italiane. La retorica come l'ipocrisia sono state evitate, anche se alcuni personaggi vi sono purtroppo caduti. Ospitato Tony Gentile, il fotografo artefice dello scatto dei due giudici, diventato anche un francobollo e icona di lotta contro tutte le mafie.

Toccante l'intervento di Rita Borsellino e dell'agente sopravvissuto Antonio Vullo.

Musica, cultura, immagini e parole

Un racconto senza retorica, in questo modo è stata annunciata la trasmissione durata tre ore. Sono state ore durante le quali diversi artisti hanno prestato la loro voce per raccontare o per cantare. Lo stile della trasmissione tenta di uscire dagli schemi e di essere narrativo, con il collegamento da Via D'Amelio e dalla spiaggia di Mondello, riuscendoci solo in parte.

La trasmissione ha visto come conduttori-narratori Fabio Fazio, Pif e Roberto Saviano, ma non è andata molto lontano dal format delle trasmissioni degli ultimi tempi e di questo genere. Saviano fa parlare l'autista di Falcone e racconta la storia di altre vite che ruotano intorno alla tragedia di Capaci.

Il vero cuore e l'anima della trasmissione

A cosa può servire una trasmissione? a cosa serve raccontare e ricordare se le cose non cambiano? E' stato questo il forte messaggio dell'intervento di Rita Borsellino e di Antonio Vullo, sopravvissuto alla strage.

Alla presenza di Pietro Grasso e Fabio Fazio, che ascoltavano in religioso silenzio (imparando più di qualcosa), Rita Borsellino ha detto semplici parole, toccanti, profonde, non retoriche e non ipocrite: Cos'è il venticinquesimo?

è soltanto un anno in più del ventiquattresimo. C'è da chiedersi se dopo 25 anni le cose siano cambiate o migliorate. Purtroppo, afferma la sorella di Borsellino dopo tanti anni abbiamo solo brandelli di verità. L'assenza di verità fa male.

Dopo 57 giorni dalla morte di Giovanni Falcone, è stato ucciso anche Borsellino con le stesse modalità.

Rita accusa lo Stato di non essere stato capace di evitare la morte del fratello. Cosa sia successo in quei 57 giorni è ancora un mistero, perché proprio in quei giorni venne decisa la morte di Paolo Borsellino.

Un pensiero alla scorta, Rita lo dedica quando dice di provare molto fastidio quando si parla di scorta e non si fanno i nomi e i cognomi di quelle persone. Si tratta di esseri umani con una vita e con un volto, che come lavoro proteggevano un'altra persona mettendo in secondo piano la loro stessa vita.

Antonio Vullo, racconta della propria rabbia e di come a distanza di anni sia ancora tanta la sofferenza e quando qualcuno gli dice: "Tu sei stato fortunato", lui vorrebbe replicare a questa frase vuota e superficiale, dicendo: "Che fortuna è vivere così?".

Vivere con un dolore dentro per tutta la vita, ecco cos'è la vita di quest'uomo.

Il mistero resta nonostante siano passati 25 anni. Quanti altri anniversari dovranno passare per avere giustizia? Le parole di Rita e di Antonio hanno provocato più di un brivido, perché pronunciate oltre la retorica, senza ipocrisia, con un dolore e una sofferenza tangibili.

La verità siamo ancora qui ad aspettarla.