Sabato 2 dicembre 2017, a partire dalle 19:00, presso gli spazi del "Magneti Cowork", in Via Emerico Amari, 148 a Palermo, la "Corrimano Edizioni" presenterà e curerà la manifestazione di pittura estemporanea dell'artista georgiana Ket Jorjoliani che dipingerà lasciandosi guidare dal musicista Luca Ganci, nonché l'esposizione delle illustrazioni presenti nel libro-agenda "playtime" edito dalla stessa Corrimano Edizioni. Ingresso libero.
Caleidoscopio d'arte
Proprio come le sfaccettature psichedeliche e magiche del caleidoscopio, le arti si fonderanno in una miscellanea poliedrica ed incandescente: la parola, trasformata in illustrazioni, farà da scenario fiabesco al tocco leggiadro sulla tela della mano di Ket, trascinata dolcemente dalle note, dagli effetti sonori e luminosi del mixer dominato dalle mani di Luca.
Un tripudio eterogeneo di personalità, passione e talento che defluiranno verso l'osservatore inerme che, quasi come forza conturbante ed irresistibile, verrà catapultato verso il mondo dell'immaginario tangibile. Dipinti ed illustrazioni, ma anche disegni e taccuini che racconteranno storie fantastiche, immediate, palpabili attraverso fiumi di colore e sottofondi trascinanti che cambieranno, si evolveranno in veri e propri percorsi sensoriali.
Scenari che cambieranno a vista d'occhio, che faranno spaziare la mente conducendola ora in luogo, ora in un altro, inebriandola e assopendola come farebbe un elisir. Le onde sonore cambieranno al variare dello scenario modificando, quindi, la percezione dello spazio e del tempo in maniera impercettibile, ma efficace.
Una giostra sensoriale dalle mille sfaccettature cromatiche e sonore, alternative e psichedeliche dove lo spazio è territorio di sviluppo per le emozioni, terreno fertile per le sensazioni più profonde e luogo di ampio respiro aperto a tutti coloro vorranno partecipare alla festa.
Tra i disegni, emerge un brano di Marcel Proust, il maestro della "Ricerca", il corridore del tempo per eccellenza, che fece del viaggio introspettivo il suo vessillo.
Una scelta non casuale che racchiude nel brano di Proust una sorta di epilogo senza conclusione: poiché il viaggio, gli scenari che vengono attraversati da ognuno di noi, scanditi dal suono del tempo, dal suono della natura, dal frastuono o, a volte, dal silenzio, ci spingono a riflettere su una determinata situazione per ritrovare l'equilibrio delle cose, fino all'ultimo rintocco.