I musei sono parte importante del patrimonio culturale e molti hanno un grande valore. I giovani questo spesso lo dimenticano, dando loro sempre meno la considerazione che meritano. Potrebbe non essere il caso di un museo palermitano, il Museo di Zoologia “Pietro Doderlein”, che questo mese darà agli studenti un “ruolo protagonista” nell'esaltazione dello stesso.

Il museo

Il Museo Doderlein fa parte del Sistema Museale di Ateneo diretto dal prof Paolo Inglese e risale al XIX secolo. È nato grazie alla raccolta di uno studioso appassionato di zoologia e contiene migliaia di esemplari, conservati con particolari trattamenti che ne preservano le caratteristiche originali.

Tra le più importanti spicca senz'altro la collezione dei Pesci del Mediterraneo. Particolare è la sua costruzione interna che contrappone la classica struttura ottocentesca (che ne fa vivere l’atmosfera) alla moderna classificazione (che predilige didascalie e immagini).

Il museo è aperto al pubblico dal 2009, dopo aver vissuto "un periodo rigoglioso" e una fase di "quiete", per sprofondare in un "crollo che ha portato ad un abbandono totale". In passato il museo ha anche subito diversi furti e sottrazioni da parte dello stesso personale, a causa di scarsi controlli e alla tassidermia illegale.

La direttrice del Museo

La professoressa Sabrina Lo Brutto è docente di zoologia del corso di scienze biologiche all'Università degli Studi di Palermo, è direttrice del Museo Doderlein da un anno e sta introducendo delle novità, tra le quali uno sguardo al mondo dei social come Twitter, Facebook e Instagram.

Ha succeduto il professore Maurizio Sarà, direttore dal 2004 al 2016.

Secondo la Lo Brutto il museo deve essere una "triplice risorsa": scientifica, economica ed emozionale. Scientifica per motivi riguardanti la conoscenza e la ricerca; economica perché è, come ha detto lei stessa, "una società che dà lavoro ai ragazzi"; emozionale perché "l'emozione è il più facile aggancio con la società civile".

La sfida del museo

Risulta facile mettere in mostra un bel grifone possente, la difficoltà (e la bravura degli espositori) sta nel valorizzare anche i più piccoli seppur importanti animali presenti nel museo.

Il museo, seppure "carente di olotipi" (esemplari di riferimento che possiedono le caratteristiche di una specie) sarebbe ricco di esemplari storici, che lo rendono dunque "una fotografia del passato" e meriterebbe più spazi e sicuramente più consapevolezza da parte dei cittadini.

"Al Doderlein lavoriamo con la relazione umana"

C'è molta affluenza di scolaresche di ogni ordine e grado, perché "la grande forza di questo museo è lo staff, che ha grandi capacità acquisite nel tempo e riesce ad adeguare il linguaggio scientifico a qualsiasi età ed intrattenere anche gruppi di classi per molto tempo, attraverso attività nuove". Il museo organizza infatti eventi dedicati ai più piccoli, tra i quali il "Doderlein for kids" o il "Dodergame", eventi ludici di impronta didattico-scientifica. Il "Dodergame", per esempio, è un gioco creato da "U’Game" e che consiste in una caccia al tesoro all'interno del museo.

L’iniziativa rivolta ai giovani

In occasione della manifestazione Esperienza Insegna che si svolgerà dal 21 febbraio all’1 marzo, in collaborazione con l’associazione studentesca Vivere Scienze MMFFNN, verrà organizzata una mostra intitolata Il Tempo al Museo Doderlein si è Fermato che darà agli studenti l’opportunità di partecipare attivamente, illustrando le varie tecniche zoologiche, dopo aver seguito un paio di incontri preparatori al fine di acquisire le competenze necessarie.

La collaborazione con “Vivere Ateneo”

L'organizzazione è stata affidata all'associazione Vivere Ateneo (Vivere Scienze), che si è occupata di reclutare studenti interessati, dando la possibilità di arricchire il proprio curriculum e ricevere alcuni CFU. “Ho da subito capito potesse essere una buona opportunità per i ragazzi, anche per conoscere un nuovo mondo” ha detto Sara Volpes, coordinatrice dell’associazione, “entrando al museo Doderlein mi sono resa conto di quante cose belle ci siano che nessuno di noi conosce e di come sono belle le scienze naturali, spesso non valorizzate come dovrebbero”.

La direttrice ha poi affermato che uno dei motivi che l'ha spinta ad attuare questa collaborazione con gli studenti è l'aspetto pedagogico, perché "un ruolo dell'educatore è far acquisire consapevolezza ai giovani, che sono una risorsa". Ha inoltre terminato l'intervista con un appello ai giovani: "Mi auguro che vi realizziate ed abbiate fiducia in voi stessi, colonizzando la vostra nicchia".