La legge contro il femminicidio dovrà passare al vaglio del Senato, ed entro il 14 ottobre dovrà essere convertita definitivamente in legge. A Montecitorio la votazione è stata accolta da un lungo applauso delle deputate. I sì sono stati 343, 20 gli astenuti. Adesso tocca a  Palazzo Madama per la conversione.

Il decreto sul femminicidio approvato pone maggiormente l'accento sulla  repressione, aggiungendo nuove aggravanti. Aumentano anche le misure sulla tutela delle vittime di maltrattamenti e violenza domestica. Un piano d'azione antiviolenza e la rete di case-rifugio dovrebbero essere finanziate con la stanziamento di risorse ad hoc.



Analizziamo alcuni dei sedici punti del decreto contro il femminicidio.



Relazione affettiva

La relazione affettiva è il  nuovo parametro su cui misurare le aggravanti e le misure di prevenzione.

La relazione tra due persone sarà rilevante dal punto di vista penale.



Violenza assistita

Aggiunta una nuova aggravante  al maltrattamento in famiglia e a tutti i reati di violenza fisica: se gli stessi sono commessi in presenza di minorenni o sulle donne incinte.



Querela a doppio bionario

La querela potrà essere revocata? Nel reato di stalking è stata  fissata una soglia di rischio, cioè se si in presenza di gravi minacce ripetute, con  armi, la querela diventa irrevocabile. La querela sarà revocabile negli altri casi, ma solo in sede processuale davanti all'autorità giudiziaria, per garantire  la libera consapevolezza della vittima.





Ammonimento, arresto obbligatorio, allontamento urgente da casa, braccialetto elettronico e intercettazioni, obblighi di informazione, questi alcuni degli altri punti.



Piano antiviolenza:

Sono dieci i milioni di euro staziati per le azioni di prevenzione, educazione e formazione. Il Piano, voluto  dal ministro per le Pari opportunità, promuove anche il recupero dei maltrattanti.





Case-Rifugio

Sono in arrivo finanziamenti anche per i centri antiviolenza e le case-rifugio. Nel 2013, 10 milioni di euro, 7 nel 2014 e altri 10 all'anno a partire dal 2015.



La relatrice del decreto, Donatella Ferranti,  visti i tempi strettissimi, auspica che: ''Il Senato lo voti a tamburo battente. Se il decreto dovesse decadere sarebbe un passo indietro gravissimo".