Nessuna buona nuova arriva per l'Italiae per la tanto agognata ripresa economica che non può avvenire senon dando centralità al lavoro e al recupero dei posti di lavoro.
L'Istat rendenoti gli ultimi dati sulla disoccupazione in Italia nel novembre2013. Il trend è ancoranegativo. Rispetto ad ottobre 2013 sale dal 12,5% al 12,7%, in salitadell'1,4% rispetto ai dati di un anno fa, ovvero di novembre 2012.Salitodello 0,2% anche il tasso di disoccupazione giovanile cheraggiunge ora il dato allarmante del 41,6% recuperando addirittura 4punti percentuali rispetto al novembre del 2012.
Il dato più altomai rilevato dall'inizio delle rilevazioni Istatnel 1977.
Iltutto nell'attesa del job act (provvedimentosul lavoro) annunciatoda Matteo Renzi giàsindaco di Firenze e neo segretario del Pd.Secondo le dichiarazioni lasciate da Renzi alla sfilata PittiUomo, lo stesso dovrebbe esserebasato su tre punti fondamentali. Lo scopo del job act è quello disnellire il peso della burocrazia, ridurre i costi di produzione e inparticolare Renzi ha puntato il dito anche contro il costodell'energia che in Italia è più elevato del 30% rispetto aglialtri paesi. Renzi ha sottolineato che il provvedimento che dovrebbearrivare a metà gennaio sarà basato su sei settori e in questi ilmade in Italy è lapriorità.
Viene data centralità anche all'industriaturistica, cultura e impresa manifatturiera.
Il job act devemirare a dare garanzie a chi ancora non le ha, ma il segretario delPD Renzi afferma che le regole contrattuali arriveranno solo allafine e sono l'ultimo punto della strategia rivolta a creare posti dilavoro. Non si sbilancia sull'articolo 18 dello statuto deilavoratori, anche se il pensiero di Renzi sembra tutt'altro cheoscuro visto che ha dichiarato a Ballarò che i licenziamenti devonoessere facilitati, afferma però, sempre alla sfilata Pitti Uomo, cheil tema non sarà affrontato in maniera ideologica.
Non manca unacritica al Patto di stabilità ma Renzi ritiene che si debbaprima dimostrare all'Unione Europea di saper fare e poi si possonoridiscutere le regole.
Sul Job act arrival'apertura della CGIL e in particolare di Susanna Camussoche mostra fiducia al neo segretario Matteo Renzi.
Non resta cheattendere il testo del Job act e capire i vari posizionamenti deipartiti rispetto ad esso, deve solo essere ricordato che diminuendo iposti di lavoro e di conseguenza l'ammontare dei redditi, saràimpossibile per i lavoratori rimasti ancora attivi, riuscire amantenere i costi dell'apparato politico italiano e di certo non sipuò continuare a tagliare lo stato sociale per mantenere l'apparato politico amministrativo e agire sul debito pubblico.