Il segretario del NCD, Angelino Alfano, è accusato di sentire e condividere le scelte del partito solo con coloro che hanno cariche di ministro nell'ambito del governo Renzi. Ad attaccarlo sopra tutto sono Schifani (voglioso di ritagliarsi un ruolo importante) e Formigoni il quale, dopo aver perso la conduzione della Regione Lombardia, vuole assurgere a nuovi ruoli politicamente significativi.
Al segretario Alfano si rimprovera di prendere decisioni consultandosi unicamente con i ministri del partito e di aver creato una sorta di oligarchia imperante e decisionista che da al partito una connotazione di gestione esclusivamente verticistica.
Fra i maggiori oppositori, per ora solo contestatori, di questo atteggiamento di Alfano ci sono Schifani e Formigoni ma anche altri cominciano a scalpitare. Brucia particolarmente la candidatura proposta da Alfano per Strasburgo di Cesa (UDC) e del governatore calabrese Scopellitti.
Assistiamo inoltre ad un continuo contrasto fra Schifani e Quagliarella: i due già mal si sopportavano nel PdL. Il rapporto da tenere con l'UDC è uno dei maggiori motivo di scontro: favorevoli alla fusione Alfano, Schifani, Lupi e Formigoni (gli ultimi due sono ciellini!). In una cosa sono tutti coesi, cioè presentarsi alle prossime elezioni europee come alternativi a Berlusconi e quindi a Forza Italia per superare il fatidico 4% ma dopo saranno scintille interne.
Altra critica all'interno del partito nei riguardi di Alfano è la sua sudditanza esagerata nei riguardi del governo Renzi. Angelino viene incolpato di pensare più al governo che al partito! Questo atteggiamento è sicuramente pericoloso in prospettiva di tenuta del governo Renzi e la dice lunga su quelli che sono sempre, purtroppo per tutti i partiti, gli obiettivi dei politici: prima pensare al partito e quindi alle loro poltrone e semmai, solo dopo, agli interessi del Paese.