All'indomani del testo che prevede l'immunità per i 100 senatori del nuovo Senato Autonomo che non darà la fiducia all'esecutivo, il presidente della Commissione Affari Costituzionali, Anna Finocchiaro, dopo il volta faccia politico del Pd, Forza Italia, Lega Nord e M5S, durante una telefonata con Repubblica, ha tuonato: "Il governo ha visionato il testo due volte, e ora mi vogliono far passare per quella che protegge i corretti. Sono disgustata".

La presidente, furiosa dopo aver gridato dall'ingratitudine politica sottolineando che è in corso uno scaricabarile senza precedenti storici con un "andazzo barbaro", ha voluto rivelare com'è andata la storia dell'immunità per i senatori, che porta la sua firma e quella di Calderoli della Lega Nord.

Ha precisato che anche lo scudo che Renzi e Boschi avevano tolto è stato reintrodotto dai relatori: "So che l'esecutivo conosceva il testo, sapeva tutto. Ha fatto una scelta. Così si crea una disparità tra consiglieri regionali e sindaci. Ci saranno quelli con lo scudo e quelli senza".

Intanto su Repubblica il ministro Boschi ha dichiarato che la reintroduzione dell'immunità per i senatori, per i sindaci e i consiglieri regionali, post riforma, targata Finocchiaro-Calderoli: "Non è un punto centrale e che se può discutere", tuttavia l'emendamento ha provocato una spaccatura nella maggioranza di governo all'interno del Pd, tra cui Civati e Chiti Zampa contrari dalla reintroduzione del privilegio per 95 più 5 senatori del Senato Autonomo di Renzi.

Infine il ministro ha voluto sottolineare che la portata della riforma non dovrebbe essere offuscata da questa misura ritenuta un privilegio di Casta, inoltre la Boschi ha voluto precisare che non c'è stato nessun accordo o scambio con il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi: "Ma quale scambio! Berlusconi è fuori dal Senato da alcuni mesi e quindi non c'entra. La richiesta dell'immunità non è una condizione chiesta da Forza Italia. E' emersa durante i lavori ed è stata sollevata da diverse forze politiche".