L'Isis, l'organizzazione terroristica islamica che sta velocemente soppiantando Al-Qaida nella lista nera dei nemici dell'Occidente, rappresenta una grave minaccia per il nostro Paese. A dirlo, senza troppi giri di parole, il ministro dell'Interno Angelino Alfano, durante un'informativa alla Camera dei Deputati. I dati raccolti fin'ora dall'intelligence non sono rassicuranti, spiega Alfano, sebbene al momento non sussistano «evidenze investigative di progettualità terroristiche nel nostro Paese», occorre comunque alzare il livello di guardia per prevenire la possibilità di attentati.
Il nostro Paese potrebbe essere nel mirino del Califfato islamico per un duplice ordine di motivi: in primo luogo perché la linea interventista tracciata dal premier Matteo Renzi contro la minaccia terroristica mediorientale ha esposto l'Italia, più di altri Stati occidentali, alla possibilità di ritorsioni; in secondo luogo non si escludono attentati eclatanti nei luoghi simbolo della cristianità. L'Italia, ma soprattutto Roma, sono dunque un obbiettivo strategico da tutelare. Solo 72 ore fa il presidente del Consiglio aveva annunciato che il nostro Paese farà parte della «core coalition» voluta dagli USA per debellare la minaccia rappresentata dagli "uomini in nero", come sono stati ribattezzati dalla stampa i miliziani dell'Isis.
Non è ancora chiaro quale sarà il nostro ruolo nella missione militare che si profila all'orizzonte: l'unica certezza ribadita da Renzi riguarda il fatto che l'Italia non prenderà parte ad eventuali interventi di terra.
Una decisione, quella presa dal premier Renzi che, ovviamente, aumenta il rischio di attentati. Al vaglio degli 007 italiani tutti gli spostamenti sospetti di immigrati regolari che, negli ultimi mesi, sono avvenuti in direzione delle zone di guerra, Siria su tutte.
L'arresto in Bosnia dell'imam Bilal Hussein Bosnic che sarà chiamato a rispondere della pesante accusa di affiliazione ad una cellula terroristica che operava nel nord Italia ha innalzato il livello di allarme. L'uomo, quarantaduenne, avrebbe indottrinato ed arruolato decine, forse centinaia, di giovani musulmani nelle province di Cremona, Bergamo e Pordenone.
In una delirante intervista concessa al quotidiano Repubblica lo scorso 28 agosto, pochi giorni prima del suo arresto, Bilal Hussein Bosnic aveva sfidato l'Occidente proferendo parole cariche d'odio del calibro di: "Conquisteremo il Vaticano" e "Foley era una spia. Questo è ampiamente noto. Uccidere in alcuni casi è giustificato. Nell'Islam è accettabile uccidere un prigioniero se in qualche maniera questo può fare paura al nemico. Capisco che può sembrare atroce ma noi stiamo combattendo una guerra, è quella era una tattica di guerra". Insomma, è caccia al "terrorista della porta accanto". Lo stesso Alfano ha ribadito che l'Isis «veste anche abiti europei» e che rappresenta «una sfida senza precedenti alla sicurezza globale» poiché dispone di risorse che «nessun'altra prima ha mai avuto»