Visto che finora l'intervento della società civile, delle associazioni e del Partito Radicale sembra essere passato in molte occasioni come inascoltato, c'è da chiedersi se effettivamente all'appello di Papa Francesco sarà dato seguito. Le sue dichiarazioni contro l'attuale situazione di sovraffollamento carcerario e le condizioni di detenzione ingiuste subite da molti detenuti sono state molto dure e allo stesso tempo, a più tratti, commoventi, ma per vedere se è riuscito a smuovere anche le coscienze dovremo aspettare almeno qualche settimana.
Tutto questo in un quadro istituzionale e operativo che continua a preoccupare, non solo perché le rilevazioni sul sovraffollamento che risalgono ad agosto parlano di una media del 119%, con picchi che in alcuni casi superano il 200%. Anche chi lavora all'interno degli istituti di sicurezza racconta di situazioni al limite della gestibilità; nei primi 6 mesi dell'anno si sono registrati 20 suicidi di detenuti, mentre risale ad appena venerdì scorso l'ultimo gesto estremo di un venticinquenne presso il carcere di Lucca.
Le dichiarazioni di Papa Francesco: quando il carcere equivale a una tortura
Le speranze di molti detenuti sono ormai riposte nelle parole di Papa Francesco, che sono state di grande conforto non solo a chi sta vivendo condizioni di carcerazioni considerate ingiuste, ma anche ai loro familiari, che sono necessariamente condizionati nella propria vita quotidiana da situazioni di disagio.
Bergoglio non ha esitato a definire con termini duri le condotte praticate nei penitenziari italiane: "le torture ormai non sono somministrate solamente come mezzo per ottenere un determinato fine, come la confessione o la delazione, ma costituisco un autentico plus di dolore che si aggiunge ai mali propri della detenzione.
In questo modo, si tortura [...] in carceri, istituti per minori, ospedali psichiatrici, commissariati e altri centri e istituzioni di detenzione e pena". Sembrerebbe quindi che un limite invalicabile sia stato superato, quello della funzione riformatrice e di recupero del sistema penale, che invece va verso la direzione punitiva e (prendendo spunto dalle parole del Papa) "pulsioni di vendetta".
La politica resta in stallo, Governo Renzi e Parlamento si rimbalzano le responsabilità: perché amnistia e indulto non vengono adottati?
Stante la situazione appena descritta, bisogna registrare che la politica ha fatto poco riguardo il problema del sovraffollamento carcerario. L'intervento più recente è stato il cosiddetto "svuota carceri", ovvero una legge con la quale si è provato ad alleviare la tensione carceraria attraverso l'istituzione di attività lavorative alternative alla carcerazione, ma solo per coloro che hanno commesso reati minori, mentre chi ha subito condizioni di carcerazione ingiuste si dovrà accontentare di un risarcimento di appena 8 euro al giorno. Il limite della politica è dovuto alla strumentalizzazione del tema ai fini elettorali, così come sottolineato più volte anche dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando: "non riusciamo a mettere assieme una maggioranza dei due terzi sul superamento del bicameralismo, figuriamoci su amnistia e indulto [...] se non vogliamo che sia la fiera dell'ipocrisia – ha detto il guardasigilli in alcune sue dichiarazioni passate - dobbiamo dire che è un tema elettoralmente indigeribile e spesso anche politicamente”. Se lo desiderate, fateci sapere commentando cosa pensate al riguardo, oppure cliccate su "segui" per restare aggiornati.