Avevamo appena finito di commentare una recente intervista del Senatore Luigi Manconi sul grave problema del sovraffollamento carcerario, quando ci troviamo purtroppo a riprendere un suo nuovo intervento relativo alla triste vicenda del caso Stefano Cucchi. Il suo ruolo di primo piano nella difesa del trattamento umano e del rispetto dei diritti dei carcerati (che si esplica anche attraverso l'attività nell'associazione "a buon diritto"), lo pone oggi a commentare con parole molto dure la recente sentenza: "Stefano è stato in 12 luoghi dello Stato: carcere, pronto soccorso, ospedale.

ha incontrato più di 100 persone, ma non una di queste ha impedito che morisse. È cosa certa che dopo l'arresto Cucchi subì violenze e che la sua morte era collegata alla privazione della libertà. Ma dev'essere detto con chiarezza che nella migliore delle ipotesi Stefano è stato lasciato morire. Ed è altrettanto certo che è morto perché vittima di un sistema carcerario malato, un sistema che produce angoscia ed orrore ogni giorno. E che finisce sempre allo stesso modo; con la morte".

Manconi e la sua attività a sostegno della famiglia Cucchi

Meditando su quanto appena letto è opportuno sottolineare che le parole di Manconi non sono semplici espressioni di circostanza davanti ad una palese ingiustizia dello Stato.

Il Senatore si è sempre premurato di assicurare il proprio sostegno ai familiari della famiglia e in particolar modo alla sorella Ilaria, che sebbene profondamente angosciata, ha iniziato una difficile battaglia legale per vedere riconosciuta l'ingiustizia subita dal fratello e per poter fare in modo che fatti simili non accadano più in futuro.

La situazione al momento appare come particolarmente paradossale, perché dagli atti di primo grado si viene a sapere che Stefano Cucchi morì a causa della negligenza delle persone che dovevano provvedergli la necessaria assistenza, mentre la recente sentenza ha ribaltato questo scenario cancellandone ogni traccia. "Stefano è morto perché vittima di un sistema malato - sottolinea il Senatore Manconi - un sistema carcerario che produce morte e violenza".

La nuova sentenza dei giudici: non c'è alcun responsabile per la morte di Stefano

Il ribaltamento di prospettiva sarebbe arrivato con la sentenza di secondo grado della prima Corte d'Assise d'Appello di Roma, che ha provveduto all'assoluzione generale di tutti gli imputati precedentemente coinvolti, perché il fatto non sussiste. Per conoscere le motivazioni che hanno portato a tale decisione, bisognerà aspettare però circa tre mesi. E voi, cosa pensate al riguardo di questa triste vicenda? Se lo desiderate, restiamo a disposizione per dare voce ai vostri commenti. Se invece preferite restare aggiornati sui prossimi aggiornamenti riguardanti l'amnistia e l'indulto, potete utilizzare il pulsante "segui" disponibile in alto, sotto al titolo.