Fallisce al terzo ed ultimo turno l'elezione del Presidente della Repubblica del governo Samaras e si va automaticamente ad elezioni anticipate, in agenda il 25 gennaio. L'ultima carta giocata dal premier conservatore non ha salvato il Governo.

La notizia piomba sui mercati ed affonda le principali Borse europee, con Atene che arriva a perdere l'11%, mentre Milano chiude a -1,15%. Giornata incandescente per tutti i listini, ma è soprattutto l'Eurozona a temere per il clima di grande incertezza creato dalle nuove elezioni. Non si tratta solo di rinnovare un Governo nazionale, ma di ridefinire i rapporti tra Atene e la Troika.

È in ballo la tenuta dell'Euro!

La Grecia: un paese ingovernabile

Solo pochi giorni fa ci preoccupavamo di un contagio tra la crisi economica russa e l'Ue. Adesso è proprio un Paese dell'Eurozona a destare i timori, e ciò appare tanto più grave se pensiamo che quella nazione è fallita due volte negli ultimi cinque anni ed è stata sottoposta a pesanti piani di salvataggio. In Grecia ieri è svanita l'ultima possibilità di mantenere un Governo di 'unità nazionale', con stretti rapporti con la Troika (Commisione Ue, Bce, Fmi), impegnato a far rispettare gli impegni presi con Bruxelles per la strada del risanamento ed austerity. Il candidato del governo, l'ex commissario europeo Stavros Dimas, ha ottenuto 168 voti contro i 180 necessari.

Risultato già presentato nel secondo turno, con il premier Samaras che aveva tentato il tutto per tutto in un discorso televisivo, dove stendeva la mano agli indipendenti pro-Unione europea.

Samaras, disperatamente a caccia di 22 voti, era arrivato a promettere elezioni anticipate nel 2015, ma solo dopo aver concluso i negoziati con la Troika, prorogati fino a febbraio.

Il premier pensava ad un possibile sostegno o del piccolo partito Sinistra democratica (Dimar) di Fotis Kouvelis, con nove voti disponibili, o del partito di destra, Greci Indipendenti. Ma la realtà gli ha dato torto. In effetti negli ultimi giorni, tra le ipotesi circolanti c'era persino un sostegno al governo da parte del gruppo di estrema destra Alba Dorata, con sedici deputati, di cui otto in prigione con l'accusa di associazione a delinquere.

Ora il Paese tornato frammentato ed ingovernabile è piombato nel caos in attesa di nuove elezioni. 

Già in campagna elettorale

Se è pur vero che Samaras sperasse ancora nella vittoria, la campagna elettorale era cominciata prima del terzo turno. Alla vigilia dell'ultima elezione il Ministro delle Finanze tedesco Schaeuble  al giornale Bild aveva ammonito:"qualsiasi nuovo governo deve rispettare gli accordi contrattuali presi dai suoi predecessori con la Troika". In realtà il fallimento di ieri testimonierebbe la volontà di Atene di rompere con il governo fantoccio della Troika per ridistribuire la sovranità greca al suo popolo. Non a caso negli ultimi sondaggi è favorita la sinistra radicale di Syriza, guidata da Alexis Tsipras.

Il leader che oggi sostiene la necessità di una revisione del debito pubblico di 330 miliardi, in passato invocava l'uscita dall'Euro. Tsipras vorrebbe anche ripristinare la tredicesima ai pensionati, distribuire buoni pasto ed energia elettrica ai bisognosi, e portare a 12mila la soglia d'esenzione fiscale.

Infine, tra le alleanze che si stanno già configurando ci sarebbe anche l'ex premier socialista George Papandreou che secondo indiscrezioni si presenterà con una lista chiamata Change con l'obiettivo di un governo di 'unità nazionale'.