Alla conferenza stampa di fine anno il Premier Renzi, mostrandosi con il suo solito ottimismo, esplica i suoi progetti e i suoi umori, parla di attualità, delle questioni passate, delle riforme in procinto d'approvazione e di quelle ancora in agenda. Richiama l'importanza di un pacchetto di riforme strutturali in grado dare la svolta decisiva al Paese, sul piano economico, e di trascinare l'Italia al di là del panorama europeo, al momento impantanato nella recessione. Inoltre afferma che il 2015 sarà l'anno buono per ritornare alla crescita, poiché si disporrà delle nuove condizioni più favorevoli, a cominciare dalla "flessibilità" concessagli dall'Europa.

Sul Jobs Act dichiara di avere tolto la parte che andrebbe a riformare le norme del pubblico impiego, poiché già in Parlamento in discussione il disegno di legge Madia contenente anche la disciplina dei rapporti con il pubblico impiego che promette che si ispirerà sulla base dei principi del rendimento e del merito. In pratica, via i fannulloni e più premi per i meritevoli. Sull'elezione del successore di Napolitano, si dichiara fiducioso della sua maggioranza e non preoccupato per i possibili franchi tiratori. Sulla nuova figura che ricoprirà l'incarico però non fa nessun nome e si limita a dire che il prescelto sarà competente al ruolo e conforme alle predisposizioni della Costituzione.

Il Premier parla di trasparenza sulla gestione del denaro pubblico, vantando di aver messo in essere finalmente online il sito soldipubblici.gov.it al fine di mettere in luce le spese della pubblica amministrazione. Sulle municipalizzate l'obiettivo è quello di diminuire le aziende da 8 mila a mille, attraverso il disegno di legge "Madia" che predisporrebbe i mezzi per diminuire gli sprechi e le inefficienze.

Alla domanda riguardante i due Marò, il premier si mostra teso e serio, afferma di aver posto la costruzione di un canale di confronto tra il governo italiano e indiano, in modo da chiudere a buon fine la vicenda collaborando e mantenendo i buon rapporti tra i due Stati. Infine, sulla legge elettorale: "È in programma e puntiamo di raggiungere l'approvazione entro il mese di gennaio", anche se c'è il rischio reale che vengano presentati decine e decine di emendamenti che potrebbero allungare il termine previsto.