La Sony fa marcia indietro ed il film "The Interview" esce a Natale in alcuni cinema degli Usa. L'annuncio è di quelli che si attendeva da tempo, soprattutto dopo il pressing di Obama sulla Sony Pictures. La distribuzione è comunque limitata per la diffidenza mostrata da molte sale cinematografiche.

Intanto in Corea del Nord, dopo le minacce mosse dal dittatore Kim Jong-un all'America, Internet va più volte in tilt. Diversi gruppi hacker rivendicano il cyber-attacco, ma si sospetta la vendetta degli Stati Uniti.

Rappresaglia in difesa della parodia di Kim Jong-un

Appena una settimana fa la Sony Pictures comunicava di rinunciare alla proiezione del film "The Interview" .

Il gruppo terroristico Guardians of Peace, rivendicati i cyberattacchi, minacciava di diffondere informazioni sensibili rubate. Violenta la reazione del presidente Obama che puntava il dito contro la dittatura nordcoreana e la sua politica del terrore, ma accusava anche il colosso cinematografico, reo di essersi piegato alla censura imposta.

Ad Obama si è aggiunta la voce di volti noti come George Clooney, Paulo Coelho, ma anche degli scrittori Salman Rushdie, Neil Gaiman e Tony Kushner, firmatari della 'PEN American Center petition' con la quale chiedevano il ripristino della proiezione. La scelta della Sony Pictures di rinunciare alla proiezione non voleva dire soltanto ottenere danni economici certi, ma per l'America significava la violazione del primo emendamento della Costituzione.



La casa Bianca approva il risultato

"Il presidente plaude alla decisione della Sony di autorizzare la proiezione del film", queste le parole di Obama dopo l'annuncio del Ceo della Sony, Michael Lynton. La Casa Bianca chiarisce, poi, come la vittoria rappresenti il trionfo della libertà, nel Paese delle libertà"...la decisione della Sony e dei cinema permette alle persone di compiere liberamente una scelta riguardo al film...".

"The Interview" racconta le vicende di un immaginario complotto della Cia per assassinare il dittatore nordcoreano Kim Jong-un. E sulla diffusione mediatica delle ultime settimane puntano le 200 sale indipendenti che riceveranno il film, con in testa la 'Alamo Drafthouse', a Dallas, ma anche i cinema della Plaza Atlanta, in Georgia.

Ma i guai per la Sony non sembrano essere finiti qui, poichè l'account Twitter @bikinirobotarmy sta diffondendo in queste ore, informazioni riservate sul cast e sul compenso, da portare David Boies, legale della Sony ad inviare una missiva agli uffici di Twitter, minacciando denunce se l'account non verrà sospeso.



Internet in tilt nella Corea del Nord: cyber-guerriglia

Pyongyang soffre per l'interruzione dei servizi Internet verificatasi nella notte tra lunedì e martedì per più di nove ore: dall'1 ora locale alle 10,45. Il web è stato inaccessibile con un evento mai verificatosi prima d'ora: talvolta erano capitate interruzioni spurie e di breve durata, ma mai così lunghe. E sentendo parlare Doug Madory, direttore di analisi internet al Dyn Research, si sarebbe trattato proprio di un attacco, sebbene mal progettato. Difficile ricondurlo agli Usa, sebbene le parole di Obama siano state chiare: la Corea verrà ripagata in modo proporzionato al danno causato.

Si pensa a varie ipotesi, come alla responsabilità della Cina che gestisce le reti coreane attraverso il gigante Unicom, o persino ad un atto della stessa Corea del Nord per simulare l'attacco Usa. Di fatto diversi gruppi hacker tra cui Anonymous hanno rivendicato il cyber-attacco.