Tra pericolo brogli (sono arrivati gli ispettori di Roma, come fa l'Ocse quando si vota nei Paesi a rischio), ritiri dell'ultim'ora (come i candidati Idv Nello di Nardo e del Pd stesso Maurizio Migliore) e appello choc di Saviano su Facebook dove invita a non andare a votare (perché i candidati rappresentavano la solita vecchia politica e c'era il rischio di un voto di scambio con Cosentino), alla fine domenica scorsa le primarie del Partito democratico in Campania - atte a stabilire chi sarà l'avversario di Stefano Caldoro, attuale Governatore e ricandidato per il centrodestra - si sono svolte.

A vincere, come ormai noto, è stato il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca con il 52% dei consensi, frutto di un plebiscito nella sua Salerno (dove governa da un ventennio) ma anche di consensi raccolti a Napoli, mentre il principale competitor, Andrea Cozzolino, si è fermato al 44%. Per lo sfidante socialista, mancato terzo incomodo, Marco Di Lello, solo il 4%.

Polemiche e sospetti

Su De Luca però già pendono le prime polemiche, poiché risulta condannato in primo grado per abuso d'ufficio e secondo la vigente Legge Severino (che già lo ha sospeso dalla carica di sindaco di Salerno) in caso di investitura da Governatore, sarebbe sospeso anche da questo incarico. Ma non è solo ciò a gettare ombre su queste Primarie (che non mancano mai, come da tradizione).

Bensì anche il solito rischio brogli. Sul sito del Corriere del Mezzogiorno è apparso un articolo dove si testimonia come una sola persona sia andata a votare in quattro sezioni diverse. Ma non solo: altri hanno praticato altre irregolarità.

Votato in quattro sezioni diverse sebbene non residente

Carmine Benincasa ha provato a scardinare le regole del Pd, e non è stato difficile.

Il primo voto lo ha espresso a Cava dei Tirreni dove è residente e dunque iscritto alle liste elettorali. Il problema però è che ha votato successivamente in altri Comuni limitrofi: Nocera superiore, Nocera inferiore e Cava dei Tirreni. In quest'ultimo caso l'addetto ai controlli ha detto: «Vabbè, mettiamo che vivi a Marina di Vietri in via Mazzini».

Vota anche una quindicenne, mentre due amici votano con stesso documento

Ma non finisce qui. Nello stesso articolo si riporta che anche una minorenne abbia votato, avente solo 15 anni. L'età minima è di 16 anni. Controllato il suo documento, sempre a Cava, la fanno votare ugualmente. Stesso dicasi per due amici, sempre nello stesso Comune, che votano con lo stesso documento. Siamo già a 5 voti non validi. Chissà quanti altri ce ne sono stati sparsi per la Campania. Le Primarie del Pd, ancora una volta, hanno mostrato parecchie crepe.