Si è svolto ieri 24 aprile il vertice straordinario sul problema dell'immigrazione che affligge l'Italia da qualche anno, a causa delle continue guerre in medio oriente e nel continente africano. Germania, Francia e Regno Unito hanno stabilito ulteriori fondi per il programma Triton che monitora l'arrivo dei 'barconi della morte' sulle coste italiane. Ma le potenze europee non hanno trovato un accordo sulla ripartizione delle migliaia di migranti che fuggono dai loro paesi per sfuggire a guerre e carestia, pertanto continueremo ad accogliere tutti gli immigrati che resteranno rinchiusi nei Cie nostrani.

Porte chiuse dalla Gran Bretagna che fornirà i mezzi, come navi ed elicotteri, e metterà a disposizione un budget per affrontare le emergenze, ma a condizione che le persone salvate non richiedano asilo politico nel loro Paese. Stessa cosa per la Germania che chiede la registrazione dei rifugiati, nel rispetto delle regole dei Trattati, sia a carico dell'Italia visto che secondo loro: "Svezia, Germania e Francia accolgono già il 75% dei rifugiati di tutta l'Unione Europea".

Nonostante i divieti da parte delle Nazioni europee, il Premier Renzi si ritiene molto soddisfatto di questa intesa, definendola: "Un grande risultato. Si combatte il traffico dei migranti secondo gli accordi di diritto internazionale: la lotta agli schiavisti è una emergenza che riguarda tutti".

Con i nuovi innesti di liquidità l'operazione Triton raggiunge i 120 milioni di euro a disposizione, stesso budget di Mare Nostrum, mentre il tema della ripartizione dei rifugiati verrà affrontato il prossimo 13 maggio e con il prossimo summit europeo di giugno, quando si discuterà l'Agenda per l'immigrazione. La Commissione europea dovrà presentare alcune proposte per la modifica del sistema che regolarizza la gestione dei richiedenti asilo.

I Capi di Stato che hanno partecipato al summit, Matteo Renzi, Angela Merkel, David Cameron e Francois Hollande, sono d'accordo sulla lotta contro i trafficanti di morte ma non sulle modalità di esecuzione. L'idea che circola è quella di colpire obiettivi specifici, distruggendo i barconi degli scafisti, ma dalla Libia, il Ministro degli Esteri Muhammed El-Ghirani, fa sapere che non accetterà bombardamenti su presunti trafficanti.