Il 29 Aprile, nel canale televisivo di La 7, nel programma "La Gabbia", si sono scontrati due politici noti, ossia Chaouki del partito democratico e Zaia della Lega Nord. Si è subito capito che lo scontro sarebbe stato molto teso. Da una parte, il politico di origine marocchina è noto a tutti, per il desiderio di aiutare gli immigrati in Italia, mentre il politico veneto è noto per il desiderio di far cessare il flusso migratorio clandestino. Iniziamo a raccontare quello che è successo nel programma televisivo. Chaouki, aveva accusato Zaia, di essersi intascato molte somme di denaro senza far nulla, dal "Fondo Nazionale per le Politiche Sociali".

Infatti, secondo il politico del partito democratico, Zaia avrebbe firmato un accordo con il governo italiano, per prendere in Veneto una quota di profughi. Tuttavia, quando Zaia chiese a Chaouki, la prova di queste accuse, il politico del partito democratico, non sapeva più cosa dire, mostrando a Zaia una carta. Una volta vista, Zaia spiegò a tutti che si tratta semplicemente di una carta che invitava le regioni italiane ad accogliere i profughi, ma che non aveva firmato nulla. Inoltre, il politico della Lega Nord, assicura che c'è addirittura un verbale che dice di aver votato contro la conferenza di presidenza. Luca Zaia, ironicamente, consiglia a Khalid Chaouki di farsi spiegare attentamente le cose, prima di accusare le persone senza reali prove.

Dal dibattito è emerso che probabilmente il politico del Partito democratico, voleva far capire a Zaia, che il Veneto deve accogliere una parte importante di profughi. Infatti in Italia, la regione Veneto è tra quelle che ha accolto meno immigrati clandestini. Comunque, sebbene la regione si sia dimostrata poco ospitale nei confronti di questi migranti, rimane sempre una regione con un alto tasso di immigrazione regolare.

Infatti, come ricorda Zaia, in Veneto ci sono già più di 500.000 stranieri, tra cui una parte dei quali, senza occupazione. Secondo il politico leghista, prima bisogna pensare al popolo Veneto e dopo ai clandestini.