Continua la votazione del Ddl sulla Scuola. Oggi in aula sono stati respinti degli emendamenti di modifica. Renzi e la Giannini continuano a voler andare avanti senza cambiamenti sostanziali.

Gli emendamenti respinti

Uno degli emendamenti che sono stati bocciati dalla Camera era voluto da Stefano Fassina. L'emendamento annullava il potere di assunzione diretta degli insegnanti da parte del dirigente scolastico, era prevedibile quindi che sarebbe stato respinto. Fassina aveva il sostegno di Sel e Movimento 5 Stelle, ma comunque il governo ha ottenuto la maggioranza anche in questo caso.

Il problema potrebbe sorgere se una simile alleanza dovesse verificarsi in Senato, dove i numeri del governo sono molto più risicati, ma questo pensiero è ancora prematuro. La riforma procede quindi senza grossi problemi, il termine della votazione dovrebbe essere domani.

Le polemiche

Le polemiche però non si fermano. Il ministro Giannini ha sostenuto che i sindacati continuano a protestare solo perché questa riforma intaccherebbe il loro potere, e ha difeso i test Invalsi che sono stati boicottati pochi giorni fa. "Quando si protesta contro le prove Invalsi, che non sono comunque le migliori prove in assoluto, si nega l'importanza e la necessità di uno strumento di valutazione standardizzato" dichiara il ministro (ansa.it).

La Giannini insinua anche che ci siano motivazioni elettorali più che di merito nelle proteste di molti partiti. Matteo Renzi, dal canto suo, cerca da una parte di calmare i toni aprendo al dialogo, dall'altra ribadisce che la riforma non si cambia nei punti fondamentali. Cerca di tenere il piede in due staffe, operazione che rischia di ritorcersi contro il premier segretario, sia all'interno del partito che fuori.

Come esempio è perfetto il suo video con lavagna e gessetti, con il quale Renzi spiegava agli insegnanti la riforma. Probabilmente il suo intento era quello di convincere i docenti, o almeno alcuni di loro, ma invece il risultato sono state una serie di risposte ancora più arrabbiate di prima da parte degli insegnanti contrari, oltre ad un'esilarante imitazione di Crozza.

In realtà è probabile che Renzi dovrà presto fare una scelta: o permetterà dei cambiamenti più decisivi o dovrà passare ad "asfaltare" chi si oppone.

I sindacati infatti non si arrendono, e i Cobas continuano a promuovere il blocco degli scrutini. "Non si gioca sulla pelle dei ragazzi" ha dichiarato Renzi all'Arena di Giletti (ansa.it). Questa misura è in effetti stata dichiarata illegittima dal Garante e probabilmente gli altri sindacati non aderiranno, ma le proteste non si fermeranno. A Renzi servirà molto più di una lavagna per portare a casa il risultato senza perdite irrimediabili in termini di voto. In più Fassina da un po' di tempo sta ventilando l'ipotesi di una fuoriuscita, il segretario del PD corre anche il rischio di vedere il suo partito sgretolarsi sotto i suoi piedi; in più storicamente il bacino di voti da cui attinge il PD è composto in buona parte da insegnanti.

Che Renzi voglia spostare a destra l'asse del suo partito ancora un po'? Potrebbe essere un'ipotesi realistica, visto poi che a destra in questo momento ci sono molti subbugli e non c'è una personalità che potrebbe veramente concorrere con Renzi alle elezioni. Vedremo come continueranno le votazioni alla camera e come questo influenzerà la politica del governo.