Dopo la sentenza della corte costituzionale sulla illeceità del blocco delle rivalutazioni sulle pensioni, oggi pomeriggio è stato licenziato dal Consiglio dei Ministri il decreto-legge di risposta "per correggere gli errori degli altri", come ha detto Matteo Renzi in conferenza stampa. L'intervento più importante è quello battezzato "bonus Poletti", un rimborso "una tantum". La restituzione non sarà estesa ai 670 mila pensionati cha ricevono un assegno al di sopra di 3200 euro. Gli interessati riceveranno dal primo agosto 750 euro per i percipienti un assegno di 1700 euro, 450 euro per l'importo di 2200 euro e 278 per gli assegni da 2700 euro. Per le Pensioni comprese tra questi scaglioni ci saranno restituzioni di valore intermedio. Renzi promette che per il 2016 l'adeguamento all'inflazione avrà cadenza mensile. La rivalutazione del 2016 per i riceventi 1.700 euro sarà di 180 euro complessivi, per la fascia di 2200 euro sarà di 99 euro e di 60 euro l'anno per la soglia dei 2700 euro. Impensabile la liquidazione totale che avrebbe compromesso l'equilibrio di bilancio, sollevando l'indebitamento al 3,6%. I 18 miliardi connessi al costo dell'operazione sarebbero stati decurtati da altri servizi e si sarebbe aperta la procedura d'infrazione da parte dell'Ue. A coprire l'esborso sarà il tesoretto di 2 miliardi prima destinato alle misure contro la povertà.
All'opposizione quelli che votarono il 'Salva Italia'
Renato Brunetta ha detto a Renzi di aver perso la testa ma nel dicembre 2011 era con il Popolo della Libertà che votò compatto il decreto pur con alcuni distinguo. Alessandra Mussolini non si associò, Micaela Biancofiore e Antonio Martino si astennero. Qualcuno mugugnò, qualcuno scelse di non presentarsi come Maria Stella Gelmini e altri illustri come Giulio Tremonti e Paolo Romani. Ma il "Salva Italia" incassò 495 voti contro 88 no e 4 astenuti. Il 22 dicembre altro voto plebiscitario al senato con 257 sì 41 no. Maggioranza trasversale con l'eccezione della Lega e l'Italia dei Valori che oggi ripropongono in tutta coerenza la loro battaglia. Ma anche Giorgia Meloni era nella schiera dei favorevoli, dei "responsabili", come si diceva allora. Eppure oggi offre tutela legale gratuita per i pensionati che vogliano ricorrere contro il governo. Così pure Osvaldo Napoli che oggi accusa il governo di pensare solo a far quadrare i conti. Altra voce che si erge a tenore nel coro dell'opposizione è quella di Corrado Passera: a lui non si può imputare di aver votato a favore visto che era Ministro dello stesso governo. Maurizio Gasparri all'epoca era capofila dei senatori che guidò il gruppo del Pdl al voto quasi di massa. Adesso parla di "attentato alla Costituzione". Votarono perché erano "persone leali, responsabili e coerenti", disse allora Gasparri.