L'approvazione del DDL Scuola riparte questa settimana e il premier Renzi è determinato a tirare dritto per la sua strada, come riferisce l'ANSA. Nel corso di un'intervista al 'Messaggero', il ministro Giannini ha attaccato i sindacati, accusandoli di fare una guerra di potere con obiettivi politici. Linea dura anche da parte del premier, che ieri nel corso del programma 'L'Arena' di Giletti su Rai1, ha rimproverato l'intenzione dei Cobas e dei docenti di bloccare gli scrutini di fine anno con uno sciopero.
Renzi e la sua intervista sul DDL scuola
Matteo Renzi ha nuovamente ripetuto nell'intervista il 'mea culpa' sul fatto che la comunicazione da parte sua, riguardante la riforma scuola, non è stata chiara. Ciò nonostante, ha ribadito l'attuale apertura al dialogo fra le parti, affermando che non intende procedere come aveva fatto con l'Italicum, ovvero con una forzatura. Ripetendo la sua propaganda sulla riforma, ha detto che gli investimenti sulla scuola saranno maggiori rispetto al passato e che adesso si deve dar spazio alla meritocrazia. Ha pure ammesso il suo errore nel video sul termine 'umanista'. Poi, riferendosi al lato politico della situazione, ha affermato: 'Penso anche che in qualche professore ci sia l'idea di mantenere la filosofia del sei politico.
Ma è finta la stagione del sei politico. Dalle lettere che mi sono arrivate credo che la maggior parte dei professori sia pronta ad un sistema di valutazione'. Infine, ha accusato chi intende boicottare gli scrutini di non dare un buon esempio di educazione civica, giocando sulla pelle dei ragazzi.
Il ministro Giannini e la protesta politica
Il ministro Giannini è stata categorica sul suo pensiero riguardo alle rimostranze sindacali. Per lei si tratta solo di una questione politica. I sindacati, a suo avviso, difendono il loro potere e le loro motivazioni hanno a che vedere con le elezioni e la politica. Sono queste le sue affermazioni nel corso di un'intervista a 'Il Messaggero', in cui ha ripetuto l'intenzione di abolire il precariato ma di portare avanti un sistema di valutazione standardizzato (come gli Invalsi), anche se i più non vogliono accettarlo. Insomma, apertura la dialogo ma poche concessioni sui punti caldi della contestazione. Si arriverà ad uno scontro? Cosa succederà? Gli scrutini saranno davvero bloccati?