Dopo una settimana di passione che ha visto il susseguirsi d'interminabili riunioni dell'Eurogruppo al fine di trovare una soluzione ai problemi finanziari della Grecia, che si è conclusa con l'interruzione dei colloqui a causa di divergenze insanabili, lo spettro del default greco è sempre più vicino. Proprio in queste ore è in scadenza una maxi rata da 1,6 miliardi di euro che il paese ellenico dovrebbe restituire al Fondo Monetario Internazionale, ma che ha già fatto sapere che non intende onorare. Questo porterebbe a una serie di conseguenze dagli effetti imprevedibili che potrebbero contagiare altri paesi, in particolare quelli con un'economia ancora debole che ancora non hanno del tutto agganciato la timida ripresa economica.

in testa proprio l'Italia, per seguire con la Spagna, il Portogallo e Francia.

L'offerta di aiuto della commissione europea

Essendo imminente il default tecnico della Grecia, Jean - Claude Junker, presidente della Commissione europea, ha presentato un'ultima offerta atta a giungere a un accordo entro la mezzanotte, prima che scada il pagamento della consistente rata del piano di aiuti ricevuti dal paese ellenico. Il presidente greco Tsipras ha solo poche ore per manifestare la sua volontà, e nel caso volesse accettare l'offerta, dovrebbe ufficializzarla per iscritto entro la fine del giorno, in modo da permettere la convocazione di un consiglio di emergenza dell'Eurogruppo. Altra condizione inderogabile imposta dai burocrati europei è l'impegno al quale dovrebbe sottostare nel far votare "sì" ai propri cittadini nel corso del prossimo referendum.

I dettagli dell'offerta

La nuova offerta presentata da Junker prevede l'iva al 13% per le strutture turistiche e gli alberghi, aliquota inizialmente proposta dai greci, ma respinta dall'Eurogruppo che la richiedeva al 23%. Nel caso in cui la nuova proposta fosse accettata, i ministri delle Finanze europei s'impegnerebbero a un ulteriore dilazione della rata del prestito in scadenza, all'abbassamento dei tassi d'interesse e all'allargamento della moratoria sui pagamenti in zona euro.

Anche se la presente proposta sarebbe stata valutata attentamente da Tsipras, lo stesso ha anticipato che intende votare "no" al referendum. Continuando su questa linea, il default sarebbe inevitabile. A seguito della dichiarata presa di posizione del governo greco, il Fmi sta predisponendo la procedura della messa in mora.

L'insolvenza vera e propria scatterebbe tra circa un mese, mentre lo sguardo degli attori principali è puntato verso il referendum del 5 luglio, dove una vittoria del "no" comporterebbe l'uscita della Grecia dall'euro, con conseguenze difficili da prevedere.

La chiusura delle banche e il controllo dei capitali

Al fine di evitare il dissesto finanziario, almeno fino al 7 luglio le banche e la borsa di Atene resteranno chiuse, anche per evitare l'assalto degli sportelli bancari e dei bancomat, ai quali è stato imposto un limite massimo di prelievo di 60 euro. Per consentire ai pensionati di poter ritirare le pensioni, dal prossimo mercoledì alcuni istituti dovrebbero riaprire, con la possibilità di poter ritirare al massimo 120 euro giornalieri.

Intanto Standard & Poor's ha declassato il rating greco a CCC, appena sopra l'insolvenza, mentre Fitch ha portato i rating delle quattro maggiori banche elleniche a "default ristretto". Adesso la palla rimane nelle mani della Bce, l'unica fonte da dove nei mesi scorsi la Grecia aveva potuto ottenere liquidità.