L'emergenza immigrazione si può contrastare dichiarando guerra ai trafficanti di uomini? A pensarla così è il Consiglio dell'Ue che ha ratificato la missione navale EuNavFor Med. Un piano che catalizza la sua attenzione contro gli avvoltoi che lucrano sulla disperazione dei popoli oppressi. Dieci punti, programmati da Bruxelles, che accolgono tuttavia solo parzialmente le richieste di quegli Stati che, per posizione geografica, fungono da trampolino di lancio per l'Europa. Il vero problema della crisi ovvero la ridistribuzione equa dei migranti all'interno dell'Unione, è stato posto in un angolo della discussione.

Francia e Germania, hanno fatto valere tutto il loro peso politico aprendo alla ricollocazione di 40mila persone. Vere e proprie briciole per Italia, Grecia e Spagna che, nell'emergenza, rappresentano il blocco dei Paesi più danneggiato dal Trattato di Dublino.

Un accordo lacunoso e insufficiente

"Ciò che ha ratificato Bruxelles è qualcosa di necessario, ma non è abbastanza né sufficiente". A parlare è Marco Furfaro, membro del Coordinamento nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà. "È vero che per la prima volta - ha spiegato - viene messo nero su bianco che la questione migranti è un problema di tutta l'Europa con la ricollocazione di 40mila persone. Il resto dell'accordo somiglia però molto di più a un'operazione di facciata che a una strategia finalizzata a risolvere radicalmente la gestione dei flussi migratori".

C'è una sottile contraddizione infatti che emerge dalla prima missione navale targata Ue e che va sottolineata: "Se l'obiettivo è bloccare i trafficanti di essere umani, bisogna prevedere la presenza di consolati in quei Paesi dove i disperati possono richiedere asilo e accedere a viaggi sicuri". "Se impedisci alle persone di partire - ha spiegato Furfaro - li riconsegni inevitabilmente alle torture e alla miseria figlie della guerra".

Quel trattato che danneggia l'Italia

"Il protocollo di Dublino è una follia pura". L'esponente di SEL volge il suo pensiero al padre di tutti i mali: "I Paesi di frontiera come l'Italia devono rispondere alle procedure d'identificazione dei migranti, ma poi ci deve essere un percorso per introdurli in tutta l'Ue". A mancare è invece è l'assorbimento collettivo da parte degli Stati membri.

Oggi, chi sbarca in un Paese, non può circolare al di fuori dei confini di quel Paese stesso. "L'Europa deve farsi carico nella sua interezza della gestione dell'immigrazione - ha affermato Furfaro - abbandonando una negoziazione ridicola degna dei Salvini e della Le Pen di turno". La soluzione potrebbe essere la costituzione di un organismo sovranazionale: "Sarebbe più facile farsi carico così dei problemi e della diffidenza dell'opinione pubblica abituata a farsi sbattere il profugo in prima pagina". "Il Trattato di Dublino - ha chiosato Furfaro - è il simbolo dell'inconsistenza dell'Italia in Europa".

Salvini e la reputazione macchiata

"L'Italia è lo zimbello d'Europa non solo per colpa di Renzi e di Alfano, ma anche per Salvini e i suoi sodali".

"Ad ogni vertice - ha attaccato il dirigente di SEL - assistiamo alle pagliacciate degli europarlamentari della Lega che lacerano la nostra credibilità internazionale". "Se il regolamento di Dublino è in atto - ha rilanciato - è perché quel genio dell'ex ministro Maroni con Berlusconi lo ha promosso nella sua ultima versione. Salvini questo lo dimentica". Chiare anche le responsabilità del premier: "Con il semestre di presidenza europea ha perso una grande occasione per sollevare il fenomeno dell'immigrazione". Come far valere allora i diritti dell'Italia? Furfaro non ha dubbi: "Minacciare l'uscita dall'Ue e prevedere permessi di soggiorno umanitari temporanei per aiutare i migranti a superare ad esempio i blocchi a Ventimiglia". "Se del problema non se ne fanno carico tutti - ha concluso Furfaro - allora facciamo da soli con le drastiche conseguenze del caso".