A darne comunicazione è il leader M5S Beppe Grillo tramite un post sul suo blog. L'obiettivo è quello di supportare la scelta di Alexis Tsipras di indire un referendum per fare decidere al suo popolo se la Grecia debba accettare l'ultimatum di riforme di austerity imposto dalla Commissione UE oppure no. M5S è dichiaratamente a favore del NO e quindi dalla parte del governo greco e di Alexis Tsipras.

Il M5S e il referendum popolare

Quella del referendum popolare e degli strumenti di democrazia partecipata è da sempre una delle idee più ripetute da Grillo. Non solo il m5s ha nel suo programma elettorale l'obiettivo di introdurre in costituzione il referendum senza quorum ma si è anche prodigato nei sei mesi precedenti alla raccolta di circa duecentomila firme per un referendum sull'euro, schierandosi apertamente per l'uscita dell'Italia dalla moneta unica. L'appoggio del MoVimento a Tsipras è totale in quanto secondo Grillo il premier greco avrebbe fatto la cosa più democratica che potesse: dar l'ultima parola al popolo, che secondo le costituzioni occidentali è sovrano per definizione.

Il fronte del SI

Coloro a favore delle direttive europee sostengono che la Grecia debba ai suoi creditori (tra Stati membri, FMI etc) più di 380 miliardi di euro e che quindi sarebbe suo dovere sostenere riforme seppur lesive per la popolazioni al fine ultimo di pagare i suoi creditori e sistemare i suoi conti. Chi è per il SI sostiene inoltre che la Grecia abbia truccato i suoi conti al momento dell'entrata nella moneta unica e che quindi sia stata scorretta oltre che poco virtuosa.

Si pensa inoltre che un'uscita della Grecia dall'eurozona creerebbe caos finanziario, nazionale e minerebbe l'equilibrio di tutta la zona euro, togliendoci competitività sui mercati rispetto a potenze economiche emergenti quali ad esempio Cina ed India. Molti inoltre criticano Tsipras di essere stato pavido nello scegliere il da farsi e di aver delegato le sue responsabilità scaricandole sul proprio popolo.

Il fronte del NO

Chi è per il NO d'altro canto ricorda come il popolo greco abbia milioni di persone che vivono sotto il livello di povertà a causa delle misure imposte in passato dall'austerity europea e che per altro il debito della Grecia è realisticamente insanabile e quindi immorale. Immorale come gli interessi applicati sul debito pubblico che secondo i detrattori di BCE, FMI e Commissione UE sono una delle principali ragioni per cui è più conveniente tenere sotto scacco i Paesi indebitandoli a vita piuttosto che aiutarli realmente. È noto infatti che per aiutare la Grecia, una nazione grande quanto una delle nostre regioni italiane più estese, basterebbero 1,6 miliardi di euro.

I sostenitori del NO pensano che solo togliendosi dal 'cappio' della troika e delle sue ormai didascaliche riforme 'lacrime e sangue' la Grecia potrebbe tornare realmente a respirare' effettuando manovre atte al welfare sociale ed al rilancio dell'economia interna grazie anche alla svalutazione che avrebbe una nuova moneta favorendo l'export. Inoltre il NO e la successiva possibile uscita dall'eurozona della Grecia potrebbe essere, a detta di alcuni, il passo iniziale per mettere in crisi l'intera UE e di costringere i suoi vertici a cambiare radicalmente politiche verso i popoli del sud-europa, da sempre i più colpiti dall'austerity. A sostenere il NO e portare avanti le ragioni di Tsipras ci sono anche alcuni premi Nobel per l'economia come Joseph Stiglitz, Thomas Piketty e Paul Krugman.