Il M5S e il referendum popolare
Quella del referendum popolare e degli strumenti di democrazia partecipata è da sempre una delle idee più ripetute da Grillo. Non solo il m5s ha nel suo programma elettorale l'obiettivo di introdurre in costituzione il referendum senza quorum ma si è anche prodigato nei sei mesi precedenti alla raccolta di circa duecentomila firme per un referendum sull'euro, schierandosi apertamente per l'uscita dell'Italia dalla moneta unica. L'appoggio del MoVimento a Tsipras è totale in quanto secondo Grillo il premier greco avrebbe fatto la cosa più democratica che potesse: dar l'ultima parola al popolo, che secondo le costituzioni occidentali è sovrano per definizione.
Il fronte del SI
Coloro a favore delle direttive europee sostengono che la Grecia debba ai suoi creditori (tra Stati membri, FMI etc) più di 380 miliardi di euro e che quindi sarebbe suo dovere sostenere riforme seppur lesive per la popolazioni al fine ultimo di pagare i suoi creditori e sistemare i suoi conti. Chi è per il SI sostiene inoltre che la Grecia abbia truccato i suoi conti al momento dell'entrata nella moneta unica e che quindi sia stata scorretta oltre che poco virtuosa.
Si pensa inoltre che un'uscita della Grecia dall'eurozona creerebbe caos finanziario, nazionale e minerebbe l'equilibrio di tutta la zona euro, togliendoci competitività sui mercati rispetto a potenze economiche emergenti quali ad esempio Cina ed India. Molti inoltre criticano Tsipras di essere stato pavido nello scegliere il da farsi e di aver delegato le sue responsabilità scaricandole sul proprio popolo.
Il fronte del NO
Chi è per il NO d'altro canto ricorda come il popolo greco abbia milioni di persone che vivono sotto il livello di povertà a causa delle misure imposte in passato dall'austerity europea e che per altro il debito della Grecia è realisticamente insanabile e quindi immorale. Immorale come gli interessi applicati sul debito pubblico che secondo i detrattori di BCE, FMI e Commissione UE sono una delle principali ragioni per cui è più conveniente tenere sotto scacco i Paesi indebitandoli a vita piuttosto che aiutarli realmente. È noto infatti che per aiutare la Grecia, una nazione grande quanto una delle nostre regioni italiane più estese, basterebbero 1,6 miliardi di euro.
I sostenitori del NO pensano che solo togliendosi dal 'cappio' della troika e delle sue ormai didascaliche riforme 'lacrime e sangue' la Grecia potrebbe tornare realmente a respirare' effettuando manovre atte al welfare sociale ed al rilancio dell'economia interna grazie anche alla svalutazione che avrebbe una nuova moneta favorendo l'export. Inoltre il NO e la successiva possibile uscita dall'eurozona della Grecia potrebbe essere, a detta di alcuni, il passo iniziale per mettere in crisi l'intera UE e di costringere i suoi vertici a cambiare radicalmente politiche verso i popoli del sud-europa, da sempre i più colpiti dall'austerity. A sostenere il NO e portare avanti le ragioni di Tsipras ci sono anche alcuni premi Nobel per l'economia come Joseph Stiglitz, Thomas Piketty e Paul Krugman.