I tagli sulle tasse promessi da Renzi dovranno fare i conti con la pressione fiscale già alle stelle esercitata dai Comuni. La relazione della Corte dei Conti sulla finanza locale potrebbe mandare all'aria il piano del governo sull'abolizione della Tasi o, rendere necessaria, una consistente modifica, soprattutto per portare equilibrio nei conti delle amministrazioni locali.Tra il 2010 e il 2014 i Comuni italiani hanno subito circa 8 miliardi di euro di tagli, ai quali hanno dovuto far fronte attraverso un incremento della pressione fiscale. Si pensi che secondo quanto riportato nella relazione della Corte dei Conti incremento delle tasse locali per i contribuenti è passato da 505 euro circa nel 2011 a 618 euro circa nel 2014; in media ben 113 euro in meno nelle casse delle famiglie italiane, obbligate a contribuire agli equilibri delle amministrazioni locali dopo le misure correttive dei governi.
Patto di stabilità
Sempre più spesso, negli ultimi anni, i comuni hanno chiesto un allentamento del patto di stabilità e un piano di investimenti da parte del governo per rilanciare l'economia locale. A dare manforte ai primi cittadini vi sono alcuni importanti spunti offerti dalla relazione presentata oggi dai magistrati della Corte dei Conti, per i quali è necessaria una correlazione tra prelievo e impiego ai fini di una crescita sperata ma fino a oggi mai seriamente sostenuta dalle recenti disposizioni normative in tema di finanza locale.
Sud sempre più povero
A tali considerazioni va poi aggiunto il dato proveniente dal rapporto Svimez relativo al Sud che fa registrare una crescita pari alla metà della Grecia, con 40 punti percentuali meno della media delle regioni europee.
Un dato allarmante che richiede una programmazione urgente da parte del governo e un piano di interventi a breve termine per rallentare un processo che rischia di portare verso il basso l'intero Paese. Ma sembra che né Renzi, né il suo esecutivo, fino a oggi abbiamo dato un qualche segnale su questo delicato argomento.