In Italia Paese per i trucchi, le creme, le tinture per capelli, i bagnoschiuma, non esiste una normativa che prevede di ‘misurare’ cosa e quanto di questi prodotti può esser dannoso per l’ambiente. Presto qualcosa potrebbe cambiare. La commissione Ambiente e Lavori pubblici della Camera sta studiando una proposta di legge che porta a regolamentare proprio la normativa sui cosmetici. Si parla anche di un eco-marchio.

Cosa prevede la nuova proposta di legge?

L’obiettivo è quello di una maggiore tutela dell’ambiente e della Salute con una legge che prescriva che per ogni prodotto sia specificata la composizione, le sostanze non biodegradabili o con potenziale impatto sull’ambiente, istituendo un marchio italiano sulla qualità ecologica dei cosmetici.

In realtà di una proposta di legge sui cosmetici si parla già da un po' di tempo proprio perché le norme vigenti relative alla produzione e commercializzazione dei cosmetici non contengono alcuna indicazione relativa alla biodegradabilità dei componenti, né per le sostanze lavanti né per gli additivi.

In Italia non esiste nessuna forma di certificazione ecologica relativa ai cosmetici gestita e garantita dallo Stato. Vi sono i marchi privati, ma si tratta di marchi fai da te che rispondono solo alla logica di attirare i consumatori. La mancanza di una certificazione ecologica per i cosmetici ha notevoli ripercussioni anche sull’ambiente, nel quale ogni anno si riversano tonnellate di prodotti per la cura della persona e i cui effetti nell’ecosistema non sono del tutto noti né quantificabili.

Ed è per questo che i nostri parlamentari intendono predisporre uno strumento per calcolare l’impatto ambientale dei prodotti cosmetici come definiti ai sensi dell’articolo 1 della legge n. 713 del 1986, prevedendo la creazione del marchio italiano di qualità ecologica.

Di cosa dovranno tener conto i nuovi cosmetici?

Ciascun prodotto dovrà tener conto di parametri e i criteri ecologici rigorosi.

Saranno previsti anche dei limiti, dei metodi di prova, delle procedure di certificazione. Saranno inoltre indicate le sostanze dannose per la salute o l’ambiente che non devono essere presenti in un prodotto cosmetico per poter ottenere la certificazione ecologica. Quindi al di là dei noti allarmismi sulla presenza di sostanze dannose nei cosmetici, i quali sono spesso infarciti di opinioni non ufficiali, è sicuramente necessaria oggi una disciplina organica ed esaustiva in tema di cosmesi.

E il motivo è riconducibile innanzitutto alla confusione che spesso trae origine semplicemente leggendo in etichetta la composizione. Che è incomprensibile ai più e piena di nomi appunto “chimici”. Quindi accanto al problema della incomprensibilità su ciò che quel prodotto cosmetico può provocare a noi e all’ambiente, viene ad affiancarsi il problema della trasparenza e della garanzia che quel prodotto cosmetico non solo non nuoce alla salute, ma che sia anche frutto di un processo fabbricazione di sostanze non pericolose per l’ambiente e quindi ecosostenibile.

Ecco che l’eco-marchio da apporre su tutti i prodotti cosmetici che superano un determinato test avrebbe una funzione in primis di certificazione della innocuità e qualità del cosmetico e poi di prevenzione dell’inquinamento alla sorgente. Tutto ciò in accordo alla linee guida della chimica nuova, relative alla preparazione di prodotti con scarsa tossicità umana e ambientale.