Si è svolto stamattina 23 ottobre presso la Sala dei Baroni, nel Maschio Angioino a Napoli, il convegno organizzato dalla Fondazione Pascale sul tema del testamento biologico e più in generale del fine vita. Una mattinata ricchissima di interventi, dal saluto di Luigi de Magistris passando per le parole di medici presenti e a vario titolo coinvolti in tale problematica, fino allo speech politico di Marco Cappato e la testimonianza di Beppino Englaro. Assente dell’ultim’ora Mina Welby in un convegno ricco di contenuti.

Per le ragioni che hanno determinato l’evento e l’elenco degli ospiti, rimandiamo ad un precedente articolo.

Testamento biologico e vuoti legislativi

Secondo Seneca l’uomo è preparato alla morte dallo stesso momento in cui viene al mondo. Questo assunto, evocato nel corso del dibattito assieme ad altre nozioni di storia del pensiero greco coi giovani del tempo in prima fila nel riflettere e misurarsi con la morte, sintetizza meglio di tante parole la gravità di quello che ad oggi è un vuoto legislativo. A proposito di giovani, una delle note liete della mattinata è stata la presenza di tanti studenti e proprio la massiccia affluenza ha costretto gli organizzatori a spostare l’evento, inizialmente previsto a Palazzo San Giacomo nella sala del consiglio comunale.

La presenza di de Magistris è risultata opportuna, avendo Napoli istituito il registro per i testamenti biologici – uno è stato anche letto – pur mancando un formato standard per la sua redazione. Su questo echeggiano tutt’ora i dubbi circa la sua vincolabilità e l’assenza di una norma di carattere nazionale con, di fatto, cittadini che ne possono usufruire o meno in base al comune in cui risiedono.

Allo stesso modo i medici chiedono un quadro normativo chiaro per evitare nuovi casi di operatori che, agendo in coscienza e seguendo il giuramento di Ippocrate pur adattato alle nuove sensibilità, rischiano di incappare in guai giudiziari per dare seguito a talune volontà di fine vita. Le problematiche dell’accanimento terapeutico, dell’idratazione e dell’alimentazione (di fatto trattamenti farmacologici non riconosciuti però come tali) impossibili da interrompere è tutt’ora in attesa di soluzione.

Eutanasia Legale?

Vuoto legislativo che si evidenzia ancora di più per l’eutanasia. In questo senso, l’intervento di Marco Cappato (consigliere comunale radicale a Milano e tesoriere dell’associazione Luca Coscioni) ha puntato il dito contro l’assenza di dibattito su un tema che ha visto due anni fa il deposito di una proposta di legge d’iniziativa popolare (EutanaSia Legale) con più delle 50 mila firme previste, rendendo tale silenzio un grave vulnus democratico. Cappato ha rivendicato quanto i radicali siano stati e siano tutt’ora, ‘alternativi’ a tutti gli altri partiti italiani, ricollegando idealmente l’odierna lotta sul fine vita con quelle, pur richiamate nel dibattito, su divorzio e aborto.

La politica, secondo Cappato, deve occuparsi e rendere problemi pubblici quelli che, spesso, vengono relegati a episodi di vita privata: i casi di Pier Giorgio Welby, Giovanni Nuvoli, Max Fanelli e della stessa Eluana Englaro non vanno trattati come isolati ma inseriti in un contesto normativo che favorisca l’autodeterminazione e il diritto di tutti coloro che possono trovarsi nelle medesime condizioni. Una consapevolezza diffusa che, forse, sarebbe il miglior modo per onorare la memoria di chi ha dato ogni fibra del suo corpo per dare coraggio a tanti dopo di lui: Luca Coscioni.