Il 23 ottobre si terrà a Napoli, dalle ore 9, a Palazzo San Giacomo (Sala della Giunta) un incontro patrocinato dal Comune e organizzato dall’Istituto Nazionale dei Tumori (Fondazione Pascale) su "Testamento biologico: a chi appartiene questo corpo. Tra filosofia, etica e religione le problematiche di fine esistenza". Promotori l’assessore Roberta Gaeta e i medici del Pascale, Gennaro Russo, Francesco De Falco e Arturo Cuomo. Previsti i saluti di Luigi de Magistris, dei presidenti degli ordini dei medici e degli psicologi napoletani e campani, Silvestro Scotti e Antonietta Bozzaotra, oltre a diverse associazioni.

Tra queste la "Luca Coscioni" con la presenza di Marco Cappato e Mina Welby, nel dibattito con Beppino Englaro e i Professori Lorenzo Chieffi, Giuseppe Lissa e Rossana Cecchi. Modererà Antonello Perillo del Tg3.Per conoscere gli obiettivi del convegno, abbiamo incontrato all’ospedale Pascale il dottor Gennaro Russo, responsabile terapia antalgica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Napoli ed Elvira Foscolo, militante dell’associazione Coscioni.

Coinvolgere i cittadini

Abbiamo chiesto al dottor Russo gli obiettivi di "un dibattito – ha spiegato Russo - con medici, giuristi, filosofi e teologi in cui è importante che ognuno esprima il proprio punto di vista sul fine vita. Lo scopo è coinvolgere la cittadinanza".Il Comune ha introdotto il registro per i testamenti biologici, abbiamo chiesto a Russo se sia uno strumento utile: "Non so il numero ma ci sono state parecchie adesioni.

La cosa importante è che un capitolo è stato aperto, è possibile esprimere le volontà sul destino del proprio corpo. Possono crearsi situazioni in oncologia, traumatologia o patologie dal lungo decorso, in cui il paziente deve scegliere. È opportuno che ognuno dia delle direttive precedenti all’evento e quando si verifica ci sia già un consenso a determinate pratiche".

Eutanasia, una possibilità

Tra le opzioni per il fine vita c'è anche l’eutanasia che, per Russo: "È da tenere in considerazione. Testamento biologico ed eutanasia sono estremi, ma in mezzo ci sono altri aspetti che affronteremo. Personalmente, penso che l'eutanasia non sia da escludere se scompaiono ogni possibilità terapeutica e la dignità umana, o quando il paziente ritiene la sua condizione non sopportabile.Occorre dare protezione a chi soffre con cure palliative, ma pensiamo alle persone che si tolgono la vita: il problema c’è.

Inoltre, andrebbero tutelati con chiari riferimenti legali i medici e gli operatori che rischiano di compromettersi pur pensando di fare il meglio per il paziente".

Liberi di morire con dignità

Elvira Foscolo e la sua esperienza che l'ha spinta a impegnarsi ancora di più: "L’idea è nata - ha raccontato - quando ho visto qui al Pascale, un anno fa, una malata terminale devastata dal dolore psicologico di non sopportazione della sua condizione. Si è gettata dal quarto piano e mi sono detta che bisogna fare qualcosa. Da iscritta alla ‘Coscioni’ ho partecipato alla raccolta firme per la proposta di legge Eutanasia Legale che il Parlamento non discute. Abituata ai tavoli, so che i cittadini vogliono aprirsi; ho raccolto confessioni di persone disposte a pagare medici per far smettere di soffrire un congiunto.

Chi chiede l’eutanasia è disperato, basta eutanasia clandestina e suicidi di malati spesso indigenti, dato che chi può va in Svizzera per l’eutanasia. Tutti dobbiamo morire e occorre libertà per farlo con dignità. Il malato non è solo, la famiglia soffre con lui".