La crescita del Paese passa da una lotta costante alla corruzione. Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella è tornato a ribadire forte un concetto che lo ha accompagnato dalla sua elezione. Lo scandalo degli appalti truccati all’Anas e le irregolarità emerse all’interno del Comune di Sanremo, rappresentano due spie d’allarme difficili da nascondere. Anzi, semmai restituiscono l’urgenza di un cambiamento culturale e sociale che l’Italia ha dimostrato di non voler cogliere. Un passaggio che tuttavia risulta indispensabile per avviare “una nuova stagione” che pure si va profilando all’orizzonte.

Secondo Mattarella per affrontarla due sono le chiavi: essere coscienti delle reali possibilità del Paese e non perdere mai di vista il bene comune. Un cammino che resta doveroso in nome delle nuove generazioni: occorre pensare a un futuro in cui ai giovani sia consentito di “raccogliere e far progredire l’eredità di chi li ha preceduti”. In tale ottica riveste un ruolo centrale la figura dell’imprenditore, troppo spesso accostata a casi di corruzione e commistione con la politica inquinata. Quattro sono i valori che Mattarella ha tracciato come pilastri della buona impresa: “Onestà, trasparenza, lealtà e responsabilità sociale”.