Alla fine, anche sulle leggi di amnistia e indulto, a decidere sarà solo la Camera. Nessun potere avrà il nuovo Senato sulle leggi di clemenza ad efficacia retroattiva previste dalla Costituzione italiana e auspicate da Papa Francesco per l'anno del Giubileo Straordinario della Misericordia. E' quanto prevede il ddl Boschi sulle riforme costituzionali varato oggi dall'assemblea di Palazzo Madama presieduta da Pietro Grasso.

Riforme costituzionali, via libera dal Senato al ddl Boschi

Il ddl che porta la firma del ministro per le Riforme e i rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi (Pd) ha avuto l'ok dal Senato, dopo un esame lungo più di tre mesi tra scontri e polemiche, con 178 favorevoli, 17 contrari e 7 senatori astenuti dal voto.

I senatori dei gruppi di opposizione non hanno partecipato alla votazione. Si tratta della terza approvazione del testo che prevede fondamentalmente il superamento del bicameralismo paritario e la modifica del Titolo V della Costituzione. E' intervenuto in aula anche l'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che peraltro aveva mandato durante nel 2013 un messaggio alle Camere sulla questione carceraria sollecitando l'approvazione di indulto o amnistia.

Indulto e amnistia, potere di decidere solo alla Camera

Quindi, il nuovo Senato non avrà potestà legislativa sulle misure straordinarie di clemenza ma deciderà solo la Camera. Così come sulle dichiarazioni dello Stato di guerra. Inoltre, tolti al Senato anche i poteri di autorizzare le ratifiche dei trattati internazionali.

A nulla sono serviti gli emendamenti targati anche Pd per modificare il ddl Boschi. A sollecitare modifiche, tra gli altri, anche l'ex presidente della Camera Luciano Violante. "Oggi non è il passaggio finale - ha detto il ministro Maria Elena Boschi a Palazzo Madama - ma è significativo". L'esponente del Governo Renzi ha ringraziato i capigruppo della maggioranza e la presidente della commissione Affari costituzionali Anna Finocchiaro "per la determinazione".

Ora il testo tornerà alla Camera, per concludere la prima lettura dopo le modifiche apportate in più punti, a partire dalla composizione e dal ruolo del Senato, a Palazzo Madama. "Un risultato che conferma - ha commentato la Finocchiaro - che la maggioranza è assolutamente autosufficiente e segna anche il dato - ha aggiunto ai microfoni di Sky Tg24 - dell'assoluta unità del nostro partito su un tema così importante".