Il Pd e il M5S continuano la propria fuga solitaria con un Centrodestra che ad oggi appare presso che impotente. Sembra essere questa l’istantanea che esce fuori dagli ultimi sondaggi politici elettorali aggiornati ad oggi 16 novembre. Se da una parte il PD di Renzi appare stabilmente in vetta con un vantaggio che si aggira sui 6-7 punti percentuali è la più immediata inseguitrice del partito del premier, il M5S, a spiccare su tutti gli altri per la forza e l’impeto con la quale continua a crescere. A riprova di ciò l’incremento della fiducia nel grillino Luigi Di Maio, che stando alle ultime rilevazioni Ixè per Agorà viene stimato dal 23% dell’elettorato attivo.
A far da contraltare a tutto questo la crisi ormai senza fine del Centrodestra, che ad oggi, tutto assieme, non risulterebbe in grado di mettere in discussione la posizione del partito di Grillo. Il politico in assoluto più amato rimane il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che si attesta al 62% delle preferenze.
Nuovi sondaggi politici oggi 16 novembre: PD e Renzi in vetta, il M5S non si ferma più mentre il Centrodestra sta a guardare
Come sottolineato in apertura, neanche il caso De Luca sembra aver scalfito la leadership del PD di Renzi, che Ixè attesta sempre al 34% dei consensi. Stabile anche la fiducia in Renzi (32%), con la formazione di governo che continua in sostanza a godersi i frutti del vantaggio accumulato a margine delle Europee del 2014.
Gli ultimi sondaggi politici aggiornati ad oggi 16 novembre si concentrano però in modo particolare sul M5S, che la stessa Ixè colloca al 28,1% in ascesa dello 0,6%. Il partito di Grillo sembra non volersi più fermare complice la vincente politica dell’antigoverno portata avanti in questi anni con grande perizia. Lo stesso Centrodestra non appare più una minaccia: il listone composto da Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia (rispettivamente 14,3, 9,1 e 3%) arriva infatti a totalizzare il 25,4% dei consensi, sempre dietro dunque al movimento fondato dall’ex comico Beppe Grillo.
Le valutazioni fornite dagli italiani sono sovente condizionate dalla politica nazionale impostata nei riguardi dell’UE e dei grandi temi internazionali, ecco che la reazione che il nostro governo mostrerà agli attentati di Parigi potrebbe presto contribuire a cambiare le carte in tavola.