Sarà un mese di gennaio di passione per centinaia di migliaia di Italiani. Dietro il ddl Cirinnà (dal nome della relatrice, in realtà presentato da Luigi Monconi) si cela a onor del veroil destino di migliaia di coppie le cui unioni, non essendo riconosciute, risultano pesantemente penalizzate sotto il profilo legale. A queste famiglie si aggiunge chi trova in questa battaglia, una battaglia di civiltà, di autodeterminazione, di libertà.
Le ragioni dei no
Il mondo cattolico non ha simpatie per le unioni omosessuali; considera blasfema l'idea delle adozioni gay; in alcuni casi, sono solidali col ministro Alfano nel chiedere il carcere per le maternità surrogate, o uteri in affitto.
Comprendete bene, sono argomenti sui quali trovare una mediazione non è possibile: una zona grigia non esiste, o si è bianchi o si è neri: o si accetta quale famiglia quella gay, o non la si accetta. E così, la data pare essere definita nel 30 gennaio, eccoli pronti a tornare in piazza, con la benedizione della CEI, con passeggini, palloncini colorati e tanti slogan.
Come siamo arrivati a questo punto?
Da una parte e dell'altra si sta vivendo una sorta di scontro di civiltà. Se, come detto in precedenza, mediare su questi temi è molto difficile, se non impossibile, i demeriti della politica sono colossali. La questione unioni civili non è una novità. Sono decenni che parte della società civile chiede che questi temi vengano affrontati.
Ma la politica ha i suoi tempi, intesi non come periodi necessari per la discussione di temi complessi, ma intesi come opportunismo.
Ed eccoci al Governo Renzi, che si regge su un elettorato cattolico più che di sinistra. Il ddl Cirinnà è stato presentato dal suo estensore, Luigi Manconi, il 15 marzo 2013: quasi tre anni fa.
L'argomento è rimasto nel cassetto fino a oggi e verosimilmente mai e poi mai ne sarebbe uscito se non per tentare di fermare l'emorragia di voti di sinistra del Pd che si rifugiano nell'astensione o si riversano nel M5S. Alfano, si smarca, il mondo cattolico insorge. Lo scontro di civiltà è iniziato. Ma, attenzione:non è ancora detto che il colpo di scena finale risulti alla fine un nulla di fatto. Ci sono ancora troppi giorni prima della discussione perorchestrare un finale che, sulle unioni civili, per accontentare tutti non accontenterà nessuno.