Con delibera della Giunta comunale numero 81 del 12 aprile 2016, il Comune di Noto ha adempiuto all’obbligo di legge derivante dalla presenza nel proprio territorio di beni immobili confiscati alla mafia, stabilendo che con selezione pubblica saranno assegnati ai soggetti individuati dall’articolo 48 comma 3 lettera c del decreto legislativo 159 del 2011.

A chi possono andare in concessione gratuita i beni confiscati?

Coloro che potranno aspirare alla concessione gratuita di questi beni, in base alla normativa sopra citata, sono le comunità, anche giovanili, gli enti e le associazioni maggiormente rappresentative di Noto, le organizzazioni di volontariato di cui alla legge 11 agosto 1991, n.

266, le cooperative sociali di cui alla legge 8 novembre 1991, n. 381, o le comunità terapeutiche e i centri di recupero e cura di tossicodipendenti di cui al testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, nonché le associazioni di protezione ambientale riconosciute ai sensi dell'articolo 13 della legge 8 luglio 1986, n. 349 e infine gli operatori dell'agricoltura socialericonosciuti ai sensi delle disposizioni vigenti.

Sia reso noto l'elenco su internet

Sull'argomento è intervenuta Ada Merlato, referente della Cna di Noto, che abbiamo sentito telefonicamente: "E’ una grande opportunità affinché questi beni immobili possano diventare strumenti di riscatto e di sviluppo della comunità netina.

Per questa ragione tutti i soggetti che hanno le condizioni per poter aspirare alla concessione di questi beni dovrebbero sollecitare il Comune di Noto a pubblicizzare l’elenco dei beni stessi, così come tra l’altro è stabilito dalla legge. Non abbiamo trovato – in questo senso – alcun riferimento sul sito internet del Comune di Noto.

Mentre, al contrario, portiamo come esempio di buona prassi il Comune di Volvera, in provincia di Torino, che offre l’opportunità di consultare l’elenco dei beni immobili confiscati alla mafia nel proprio sito internet in modo molto semplice. E' evidente che potrebbero esserci anche piccole imprese artigiane dedite al sociale che potrebbero presentare la propria candidatura, come nel caso della cosiddetta agricoltura sociale".

D’altra parte la stessa normativa recita: “Gli enti territoriali provvedono a formare un apposito elenco dei beni confiscati ad essi trasferiti, che viene periodicamente aggiornato. L'elenco, reso pubblico con adeguate forme e in modo permanente, deve contenere i dati concernenti la consistenza, la destinazione e l'utilizzazione dei beni nonché, in caso di assegnazione a terzi, i dati identificativi del concessionario e gli estremi, l'oggetto e la durata dell'atto di concessione”.