“Come unica nazione ad aver utilizzato armi nucleari, gli Stati Uniti hanno l’obbligo morale di continuare a guidare verso la loro eliminazione”. Queste le ultime parole di Obama riportate dal Washington Post il 31 marzo scorso. D’altronde Stati Uniti e Russia, che tra l’altro ha deliberatamente rinunciato alla presenza al summit, possiedono il 93 per cento dell’armamentario nucleare mondiale come stima il “Bullettin of atomic scientists”, nonostante alla fine della guerra fredda decisero di iniziare il disarmo. Per il presidente il summit dell’Aia del 24-25 marzo non sarebbe dovuto essere soltanto il memorandum alla diminuzione degli armamenti, ma anche il terreno fecondo per intenti di prevenzione, soprattutto nei confronti delle organizzazioni terroristiche, come l’Isis, e la dittatura nordcoreana.

La Russia massima potenza nucleare

“In molti paesi, il possesso di materiale nucleare per la vendita non è un crimine” quanto afferma il sottosegretario Usa al controllo delle armi, Rose Gottemoeller. Lo stato russo, oltre ad essersi rifiutato di presenziare a causa della aumentata presenza militare statunitense nei paesi NATO dell’Europa dell’est, si è espresso in maniera definitiva riguardo la questione sostenendo che la responsabilità del controllo del regime di sicurezza nucleare di uno stato resta di competenza dello stato stesso. Anche India, Cina e Pakistan hanno ritenuto di ipotizzare soluzioni di carattere nazionale. L’unico elemento che possa far sedere ad un tavolo di trattative è che gli USA rimuovano il proprio sistema missilistico dall’Europa.

La risposta di Washington è stata assolutamente negativa.

Gli accordi raggiunti: i paesi amici

All’incirca la metà dei paesi partecipanti riconosce la necessità di adottare nuove forme di tecnologia applicabile alla sicurezza nucleare. Ruolo primario è stato riconosciuto alla cyber security: informatizzazione e messa in sicurezza dei sistemi informatici addetti al controllo degli arsenali nucleari e del materiale radioattivo in circolazione rappresenta un nodo cruciale nella lotta al terrorismo internazionale. Ma al di là di pratiche questioni di sicurezza, non si sono trovati accordi concreti riguardanti la riduzione del materiale nucleare.