Si conclude con un nulla di fatto la tornata di votazioni legate al Referendum 2016, strutturato sulle concessioni relative ai giacimenti di Petrolio e Gas posti a largo delle coste della penisola italiana. A decidere il verdetto la scarsa affluenza alle urne, attestata a livello nazionale attorno al 33% degli aventi diritto al voto. Un flop che non ha tardato ad innescare nuove polemiche tra promotori e detrattori della votazione. Forte la propensione al "Si" tra i votanti, ma scarsa l'affluenza nel meridione.

In Calabria record di astensione

Tra le regioni italiane che hanno fatto registrare il maggior numero di assenti alle urne, la Calabria ne è l'esempio.

In un territorio ricco di piattaforme e giacimenti la popolazione ha deciso di glissare sull'argomento, propendendo per l'astensione e favorendo a sua volta il fronte del "No". Una scelta che non sembra essere andata giù ai comitati promotori fortemente amareggiati. Con solo il 26,7%, la Calabria si aggiudica il triste primato con la maglia nera, la provincia meno presente è però Vibo con solo il 23%. Nella città di Crotone, in riva allo Ionio dove regna forte la questione legata alla bonifica e alle Royalties, ritenute spesso inadeguate rispetto a quanto fatturato da ENI, è stato solamente il 24,2% degli elettori a recarsi ad esprimere il proprio voto.

Desolante il dato fatto registrare nella provincia pitagorica, mentre più elevata l'affluenza rilevata nell'entroterra e nelle zone montane, non direttamente interessate all'argomento trattato ma che si sono dimostrate più sensibili rispetto al resto del territorio regionale.

Gli italiani, chiamati a decidere l'abrogazione dell'articolo 6 che in uno dei suoi comma (il diciassettesimo), fa riferimentoalla scadenza delle concessioni, i giacimenti in attività nelle acque territoriali confermano quindi la possibilità da paste dei gestori di usufruire dei pozzi anche oltre alla loro concessione, potendo, laddove lo si ritenesse utile sfruttarli fino alloro naturale esaurimento.