Dopo l’appello lanciato dall’inviato Onu per la Siria, Staffan de Mistura, si muove timidamente la diplomazia internazionale. Mentre in Siria è stato dichiarato un ‘regime di calma’, interrotto dalle azioni dei gruppi terroristici, De Mistura continua il suo lavoro di mediazione. Assieme ai capi della diplomazia statunitense e russa si sta cercando una soluzione che possa stabilizzare il paese e permetta, alla ripresa dei colloqui di pace prevista per maggio, di raggiungere risultati concreti in un clima più disteso.
La ricerca di un equilibrio determinante
Sembra essere chiaro a tutti che il processo di pace di Ginevra sia l’unica via per arrivare a una soluzione del conflitto in Siria, la maggiore difficoltà però, sta nel creare una situazione di equilibrio interno che permetta ai negoziati di svolgersi senza dover dipendere dai singoli episodi che si verificano sul campo.
Dopo l’appello rivolto da De Mistura si sono mossi in questa direzione il Comando Generale dell’Esercito e delle Forze Armate siriane, che ha dichiarato un ‘regime di calma’ per le aree di Damasco e per la zona costiera di Latakia, nel nordovest del paese, e le potenze internazionali che guidano il Gruppo Internazionale di Supporto alla Siria (ISSG nell’acronimo inglese).
Per il momento resta critica la situazione ad Aleppo, che è stata esclusa dalle zone interessate dalla tregua.
Diplomazie al lavoro
Per uscire da questa impasse si stanno muovendo parallelamente le diplomazie di Mosca e Washington, che esercitano un’influenza diretta sulle forze governative e sui gruppi ribelli. In questi giorni, il Segretario di Stato USA John Kerry e il suo omonimo russo Sergey Lavrov incontreranno separatamente l’inviato Onu De Mistura, con l’obiettivo comune di rivitalizzare il cessate il fuoco iniziato il 27 febbraio 2016 e soprattutto, con l’obiettivo di includere Aleppo nel ‘regime di silenzio’.
Quest’ultimo obiettivo è di fondamentale importanza, in quanto, proprio la situazione di Aleppo ha minato i progressi dei colloqui di Ginevra e ha riportato la congiuntura nel paese ai livelli precedenti la tregua del 27 febbraio.
“Siamo in un momento critico, stiamo cercando la cooperazione della Russia, e ci aspettiamo che il regime ascolti la Russia e reagisca” ha dichiarato Kerry poco dopo il suo arrivo a Ginevra, aggiungendo: “Ci stiamo avvicinando a un punto d’incontro, ma c’è ancora da lavorare, ed è per questo che siamo qui”.
Nelle stesse ore il generale russo Sergei Kurylenko dichiarava a un’agenzia russa che “al momento sono in corso negoziati per estendere il ‘regime di silenzio’ anche alla provincia di Aleppo”.
Correre contro il tempo
Nel frattempo la situazione ad Aleppo non sembra essere prossima a una normalizzazione. L’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani sostiene che dal 22 aprile, in entrambe le aree d’influenza della città, si siano registrate oltre 250 vittime, di cui circa 40 bambini. Un’ulteriore conferma che il lavoro delle diplomazie deve accelerare per permettere un concreto avanzamento dei negoziati e per porre fine alla violenza indiscriminata che in queste settimane sta bersagliando la cittadina del nord della Siria.