Si è conclusa a Ginevra un’altra fase dei colloqui di pace in Siria. L’inviato dell’Onu, Staffan de Mistura, ha fatto il punto sullo stato del dialogo e ha espresso la sua preoccupazione per la fragile situazione del cessate il fuoco in atto in Siria. A questo proposito, ha sollecitato un impegno da parte delle due potenze mondiali maggiormente implicate nel conflitto siriano, USA e Russia, al fine di salvare la tregua e così permettere ai negoziati di andare avanti in un clima più sereno. Dal canto loro, i rappresentanti delle principali forze presenti a Ginevra hanno rilasciato dichiarazioni contrastanti sullo stato del processo di transizione, che rischia di avanzare solo sulla carta ma di trovarsi nella realtà a un punto morto.

L’obiettivo dei colloqui di Ginevra

I colloqui di Ginevra mirano a porre fine alle ostilità e a inaugurare un processo costituente per una nuova Siria. Il piano prevede la creazione di un governo di transizione che possa lavorare a una nuova costituzione e portare la Siria fuori da un conflitto civile che dura ormai da più di cinque anni. Se la teoria è più o meno chiara, resta ancora da appurare come superare gli ostacoli che impediscono la formazione di questo governo di transizione. Per il momento, infatti, i principali attori dei colloqui mantengono posizioni distanti, convergendo solo sulla necessità di un processo di transizione che includa rappresentanti del blocco governativo, delle opposizioni e gruppi indipendenti.

Un cessate il fuoco fragile

Il primo ostacolo sul cammino dei dialoghi resta l’equilibrio interno che, nonostante la tregua in atto, non sembra avere la necessaria stabilità per consentire dei negoziati credibili. “Nelle ultime 48 ore, si è avuta una media di un siriano ucciso ogni 25 minuti, e un siriano ferito ogni 13” ha dichiarato De Mistura durante il briefing informativo al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, chiedendosi: “come è possibile portare avanti un dialogo solido, quando le uniche notizie che si ricevono riguardano bombardamenti?

È un qualcosa che anch’io trovo difficile, potete immaginare come sia per i siriani?”. A tal proposito De Mistura chiama in causa le potenze internazionali coinvolte nel conflitto. Rivolgendosi a USA e Russia, si augura che queste, utilizzando la loro influenza e il loro potere, vogliano dare nuova forza al cessate il fuoco, convinto che “non vi è motivo per cui entrambe…non debbano essere capaci di rivitalizzare quello che esse stesse hanno aiutato a costruire e che adesso, seppur a fatica, è ancora vivo”.

Come organizzare la transizione

Altro problema che ostacola le trattative per la formazione del governo di transizione è rappresentato dal ruolo e dal destino dell’attuale presidente siriano Bashar al-Assad.Il blocco delle opposizioni, rappresentato dall’Alto Comitato per i Negoziati (HNC), chiede una transizione senza la partecipazione di al-Assad, mentre la delegazione governativa, guidata da Bashar Ja’afari, pur definendo gli incontri “utili e costruttivi” non da alcun segno di voler cedere alle richieste dell’opposizione dichiarando che il destino di al-Assad non è incluso nell’agenda dei colloqui.

L’ombra di un nuovo inasprimento del conflitto

La già citata debolezza della tregua, rischia di spostare nuovamente l’equilibrio verso una soluzione armata piuttosto che favorire il dialogo.

In questo caso, il tiepido ottimismo mostrato da De Mistura verrebbe spazzato via dal ritorno alla violenza. Per tutte queste ragioni, l’inviato Onu ha ritenuto opportuno non stabilire fin d’ora una data per il prossimo incontro previsto per maggio.

Purtroppo, mentre a Ginevra terminavano i colloqui di pace, la Siria era ancora una volta scossa da nuovi attentati. Ad Aleppo un bombardamento colpival’ospedale causando decine di vittime, tra cui molti membri dello staff dell’ospedale, incluso il dottor Muhammad Waseem Maaz, l’unico pediatra che era rimasto a operare nella struttura situata nella zona controllata dai ribelli.