Stati Uniti e Russia rappresentano da decenni due facce della stessa medaglia: due grandi nazioni, con due popoli patriottici che proclamano uno la democrazia e la libertà per tutti i cittadini, mentre l’altra, a causa delle influenze del comunismo, punta più sulla crescita della collettività, andando oltre le semplici libertà individuali. Per questo, nel corso della storia, si sono scontrati più volte i governanti dei due paesi, molto spesso per idee divergenti e stili di governo completamente diversi.Come sappiamo a novembre ci saranno le nuove elezioni negli USA, ma come saranno i nuovi contatti tra Putin e la Clinton o Trump?
Il furto delle mail della Clinton
Ieri, 31 luglio, Hilary Clinton, candidata democratica alla presidenza, ha puntato il dito contro i servizi segreti di Mosca, accusandoli del recente furto delle sue mail e dei dati nei computer nazionale democratico (Dnc). Ospite a Fox News Sunday, ha confermato la sua teoria secondo la quale “i servizi russi hanno hackerato il Dnc”. Non ha fatto mancare anche una frecciatina al suo rivale, il miliardario Trump, dicendosi preoccupata per la sua tendenza a sostegno di Putin, terrore per una buona percentuale di cittadini statunitensi.
Tuttavia l’Fbi sta ancora indagando sui reali responsabili dell’hackeraggio subito dal partito di Hilary, anche se sempre più voci tendono a confermare che il responsabile sia un terzo collegato al G.R.U., il servizio di intelligence militare russo.
Trump, il burattino di Putin?
Trump, al contrario, sembrerebbe non avere alcuna frizione col presidente russo, anzi, molte testate giornalistiche accusano il candidato repubblicano di essere ‘Il pupazzo di Putin’ (Slate), o ancora ‘Il candidato del Cremlino’ (Politico) fino ad arrivare al titolo del Daily Beast ‘Tutte le volte che Donald Trump ha flirtato con Vladimir Putin’.
Naturalmente sono tutte iperboli giornalistiche volte a fomentare ancora di più i dibattiti ai danni del miliardario, ma una base devono pur averla. Infatti, Carter Page, uno dei consulenti del repubblicano per la politica estera, durante il suo discorso a Mosca, non ha risparmiato delle critiche al proprio paese, condannando la stessa politica estera americana per la sua “ipocrita attenzione sulla democratizzazione”, lasciando intendere che forse alla Casa Bianca non siano poi così democratici come vorrebbero far credere, né tanto meno liberali, poiché ancora Page rispondendo alla domanda di uno studente, si è lasciato andare dicendo di dover arginare la parola “liberale” con delle virgolette per descrivere il proprio paese.
Il discorso di Page filorusso, si va ad aggiungere alla recente scoperta ai danni di Trump, secondo la quale per realizzare nel 2010 il progetto di Trump Soho, edificio dal valore di 450 milioni di dollari, il candidato repubblicano avrebbe mentito sui bilanci relativi a tale progetto e che per realizzarlo avrebbe ricevuto dei finanziamenti segreti da alcuni russi e kazaki vicini a Putin; inoltre, indagando nella vita del miliardario, si è venuto a conoscenza dei numerosi affari e investimenti che Donald ha effettuato in terra russa, anche ai tempi di Gorbačëv.
Insomma, forse tutti questi attacchi nei confronti dei russi e di Trump sono veramente esagerati, ma in fin dei conti non sono del tutto infondati.