Nei giorni scorsi è giunta al vicepresidente del senato, il leghista Roberto Calderoli, la segnalazione che alcuni sussidiari adottati nelle quinte elementare riporterebbero la costituzionale secondo il funzionamento previsto dalla riforma proposta da Renzi.

Secondo Calderoli questa cosa “può influenzare i genitori nella scelta referendaria” e si chiede “se il Governo ne sapesse qualcosa o è stata una semplice svista della casa editrice”.

Un altro “fenomeno” curioso è che nel testo di Diritto ed Economia politica di Zagrebelsky, scritto con altri coautori, appare un riferimento alla Riforma con apprezzamenti poco lusinghieri verso il bicameralismo paritario sostenuto da Zagrebelsky.

In merito a questa vicenda l’onorevole Silvia Chimenti ha annunciato una segnalazione al ministro Stefania Giannini. Ha aggiunto poi di aspettare con ansia il responso del quesito referendario per poi rivolgersi agli editori per “annunciare loro che la loro previsione e il loro auspicio non sono andati a buon fine poiché gli italiani hanno respinto la riforma”.

La Chimenti ha annunciato poi che si rivolgerà al Governo per far cessare qualsiasi forma di finanziamento pubblico all’editoria e per rendere i libri scolastici gratuiti e scaricabili da internet, questo per far cessare ogni forma di “vergognoso monopolio”.E sottolinea che “a poco più di un mese dalla data del referendum i testi insegnano già ai nostri bambini che i senatori vengono indicati dalle Regioni”.

Fra gli editori accusati ci sarebbe il gruppo editoriale il Capitello che già sta ricevendo post negativi sui social network.

Il sussidiario “Un mondo a colori” fa “disinformazione”, “è un episodio molto più che imbarazzante”. Questi sono alcuni dei commenti che l’editore sta ricevendo sulla sua pagina Facebook.

Se la conoscenza rende liberi ci si chiede che tipo di informazione viene fornita ai ragazzi nel pieno del loro percorso formativo? Forse la tattica dei sostenitori del SI è quella del fatto compiuto piuttosto che della discussione politica.