Questo sabato 26 novembre, a Verona, alle ore 10 a piazza Cittadella, si terrà la grande manifestazione nazionale del Comitato Famiglie per il No. E’ la chiusura del lunghissimo tour di incontri, 300 in tutta Italia negli ultimi sei mesi, che i promotori del Comitato, animato dai vertici del Family Day, espressione del mondo cattolico, hanno condotto in tutta Italia per illustrare le ragioni del NO al referendum Costituzionale.

Sabato 26 novembre le famiglie per il No al referendum in piazza a Verona

Un NO che fonda le proprie ragioni sulla volontà di contrastare l’attacco ai principi della sussidiarietà e della rappresentanza democratica, che penalizza i corpi intermedi e frappone ostacoli alla partecipazione democratica del popolo alle decisioni che lo riguardano.

Come spiegato dal presidente del Family Day, prof. Massimo Gandolfini, ricordando quel grande striscione con la scritta “Renzi ci ricorderemo” apparso in mezzo ai manifestanti durante la manifestazione al Circo Massimo dello scorso gennaio a Roma, la decisione di votare No non si configura come una vendetta è bensì la logica conseguenza di due fatti :la vocazione autoritaria mostrata dal governo nella riscrittura su basi ideologiche dell'antropologia della famiglia italiana con due voti di fiducia, impedendo il dibattito parlamentare e senza ascoltare le voci del popolo; una riforma costituzionale che favorisce l’accentramento dei poteri nelle mani dell’esecutivo. Una vocazione autoritaria già mostrato dall'esecutivo nell’approvazione della legge sulle unioni civili e che troverà ulteriore esplicitazione nell'introduzione delle adozioni per tutti, della regolamentazione della maternità surrogata, dell’educazione gender nelle scuole fino alla legalizzazione della cannabis e dell’eutanasia.

Un simile governo, sostiene Gandolfini, va contrastato e non assecondato approvando una riforma che darebbe al premier più poteri per perseguire tali obiettivi .

Non è escluso che che nel suo intervento il prof Gandolfini possa tratteggiare le linee di un possibile impegno politico del popolo del Family Day come da lui stesso ipotizzato in una recente intervista a Il Giornale.In essa parlava esplicitamente del “bisogno di una rappresentanza politica che metta al centro della propria agenda alcuni temi etici intoccabili: la tutela della vita e della famiglia così come la descrive l'articolo 29”, senza necessariamente pensare “a una trasformazione tout-court del movimento in partito” ma auspicando che qualcuno “prenda seriamente in carico le nostre istanze e le trasformi in azioni di governo.

Se dovesse nascere un partito in tal senso, noi ci siamo. Non lo chiamerei il partito dei cattolici ma un partito che sia ispirato al suo interno dai valori cattolici. In questo periodo siamo stati aiutati da numerosi parlamentari di Area Popolare, Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia e Idea. Solamente loro hanno avuto il coraggio di rappresentarci in Parlamento".

Alla manifestazione di Verona è prevista la presenza di parlamentari di diversi partiti, vicini alle istanze del movimento pro-family durante l’iter parlamentare della legge sulle unioni civili e attualmente schierati sul fronte del “NO” alla riforma costituzionale.

In ambito cattolico, le posizioni sono abbastanza variegate con movimenti che come il Comitato Famiglie per il No si sono schierati esplicitamente contro la riforma costituzionale: il Movimento Cristiano Lavoratori, diversi ex giudici costituzionali come , l’ex ministro della Giustizia e vicepresidente della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick, e gli ex presidenti delle Corte, Valerio Onida e Ugo De Siervo. Sul fronte del SI troviamo invece le ACLI e costituzionalisti cattolici come Stefano Ceccanti, Marco Olivetti, Francesco Clementi, Giuseppe Ignesti.

Al riguardo ricordiamo che la Chiesa per bocca del presidente della CEI, card.Angelo Bagnasco, ha invitato i fedeli ad approfondire la materia referendaria, senza dare alcuna indicazione di voto.