Rispondere all'appello di Papa Francesco in favore dei detenuti con l'approvazione di una legge per la concessione di amnistia e indulto. E' quanto prevede una nuova mozione presentata in Senato dal senatore Lucio Barani (più altri) già autore di uno dei quattro ddl per indulto e amnistia bloccati da tempo in commissione Giustizia a Palazzo Madama. A sottoscrivere la mozione a prima firma Barani sono stati tutti i senatori di Ala, i cosiddetti "verdiniani": dunque i senatori Denis Verdini, Ruvolo, Pagnoncelli, Scavone, Piccinelli, Longo, Langella, Milo, Falanga, Compagnone, D'Anna, Conti, Auricchio, Iurlaro, Gambaro, Amouruso e Mazzoni.

Amnistia e indulto, mozione dei verdiniani al Senato

La mozione impegna il governo a "a valutare seriamente - si legge nel testo - la possibilità di rispondere all'appello di clemenza del Papa Francesco, attraverso - viene spiegato - la predisposizione di un celere provvedimento di amnistia e di indulto". Questo il primo punto della mozione che prevede anche: di aumentare al più presto i posti detentivi regolamentari all'interno delle carceri; di potenziare le misure alternative alle misure cautelari in carcere (la cosiddetta carcerazione preventiva); di contrastare in maniera organica e sistemica il problema del sovraffollamento penitenziario.

In premessa l'appello di clemenza di Papa Francesco

La mozione, che è stata presentata a Palazzo Madama dove ancora dovrebbe essere discussa, ha nella sua premessa l'appello di Papa Francesco che lo scorso 6 novembre, durante la celebrazione del Giubileo dei carcerati a San Pietro, ha rivolto affinché siano pienamente rispettati i diritti umani delle persone detenute e in favore di un miglioramento della situazione all'interno degli istituti penitenziari.

Come si ricorderà, il pontefice ha senza tanti giri di parole chiesto nuovamente un atto di clemenza - dunque amnistia o indulto - per "per quei detenuti ritenuti idonei" e ha ribadito l'importanza di una giustizia penale che non sia soltanto punitiva ma rieducativa. Un appello che Bergoglio ha rivolto ai governi degli Stati nel mondo in cui le condizioni carcerarie lasciano a desiderare come in Italia.