Il famoso quotidiano britannico, ancora una volta, si schiera per il sì al referendum. Difatti, attraverso un suo articolo, ribadisce la tesi secondo la quale, un'eventuale vittoria dei no nella consultazione ormai prossima, determinerebbe un forte colpo, in chiave negativa, all'economia Italiana. Questo scenario viene motivato dalla possibilità che, l'eventuale vittoria del no, causerebbe un allontanamento degli investimenti dal paese e dunque una conseguente crisi finanziaria, in particolar modo del settore bancario. Nell'articolo in oggetto si legge che: "fino a otto banche italiane in difficoltà saranno a rischio fallimento"; non solo, il giornale Inglese elenca dettagliatamente gli istituti che pone in pericolo.
Essi sarebbero: Monte dei Paschi di Siena ( profilandone dunque il fallimento dei tentativi di salvataggio), CariChieti, Banca Etruria, Carige, Banca Veneto, Banca delle Marche, Cariferrara e Popolare di Vicenza.
Prime reazioni del mondo politico
Le prime reazioni dal mondo politico arrivano dal leader della Lega Nord Matteo Salvini, che afferma: " Secondo loro rischierebbero di fallire delle banche! Ma i risparmiatori italiani sono stati rovinati dai ladri, dai soldi prestati agli amici degli amici, dalla legge "salvabanche" del governo Renzi, dal mancato controllo di Bankitalia e dalla direttiva sul bail in voluta dall'Europa". Ma non è la prima volta che il Financial Times si schiera apertamente per il no, già di recente il quotidiano inglese aveva espresso preoccupazione per un'eventuale vittoria del no.
Tuttavia, un altro giornale estero, il settimanale Economist, aveva manifestato una posizione opposta; infatti ha invitato gli italiani a schierarsi in favore del no, dal momento che la riforma costituzionale non risolverebbe i problemi del paese e, al contrario, minerebbe le basi democratiche delle istituzioni. Ad ogni modo diviene evidente come, il prossimo impegno elettorale, sia sempre più al centro del dibattito pubblico, anche a livello Internazionale.