Notizie ufficiali naturalmente non ce ne sono, al contrario delle smentite. Ma le indiscrezioni giornalistiche circa il paventato rinvio a primavera del referendum costituzionale continuano a fioccare. I cavilli a cui il fronte del No legato a Matteo Renzi cerca di aggrapparsi sono tre. Il primo, documentato da dichiarazioni di politici di maggioranza come Fabrizio Cicchitto, vorrebbe sfruttare come scusa il terremoto del Centro Italia. Il secondo, non documentato ufficialmente, vedrebbe il premier nel bel mezzo di un tam tam telefonico con i berlusconiani allo scopo di portare il ‘vecchio Silvio’ sulle sue posizioni.

Terzo ed ultimo appiglio è l’eventuale accoglimento da parte del Tribunale di Milano del ricorso anti referendum presentato dal costituzionalista Valerio Onida. Sul banco degli imputati per la probabile capitolazione del Si c’è proprio Renzi (che intanto smentisce), accusato anche da Giorgio Napolitano di aver personalizzato la campagna elettorale con esiti disastrosi.

Fronte del si ‘sciacallo’ del terremoto?

In merito all’ipotesi ‘rinvio del referendum’, il premier ha dichiarato seccamente che “non esiste, è una boutade giornalistica”. Ma alcuni esponenti non proprio di spicco della maggioranza sono stati mandati allo scoperto allo scopo di sfruttare il dramma dei terremotati per fini politici.

È il caso dell’ex berlusconiano (ora in Ncd) Fabrizio Cicchitto. “Ci sono da 30 a 100mila sfollati che verranno privati della possibilità di intervenire sul referendum”, aveva detto l’ex piduista, seguito a ruota dal compagno di partito Maurizio Sacconi. A passare senza vergogna sulle macerie del Terremoto ci hanno provato anche il renziano Stefano Esposito (“In un paese normale il rinvio sarebbe all’ordine del giorno”) e l’ex Dc Pierluigi Castagnetti (“È difficile far votare 100mila sfollati nelle tre regioni terremotate”).

Renzi ci prova con Berlusconi e aspetta Onida

Una tattica, quella del ‘rinvio per terremoto’, che non ha dato i suoi frutti, visto che le strade aperte per cercare di fermare la vittoria del No, ormai ritenuta quasi certa, sono altre due. A parlare di una serie di incontri carbonari tra esponenti renziani e i ‘generali’ berlusconiani Fedele Confalonieri e Gianni Letta (secondo indiscrezioni entrambi schierati per il Si) è, tra gli altri, il Fatto Quotidiano.

Per il momento, però, il Cavaliere avrebbe risposto picche. “Che faccia tosta il premier – avrebbe detto a mezza bocca un esponente di FI – fino a qualche giorno fa ha supplicato il presidente Berlusconi di aiutarlo a rinviare e adesso invece fa finta di nulla”.

L’ultima fiche che Renzi può giocarsi è, infine, quella del ricorso presentato dal costituzionalista Onida. Entro questa settimana la giudice del Tribunale meneghino Loreta Dorigo dovrà decidere se recepire le motivazioni di Onida, convinto che il decreto di indizione del referendum sia incostituzionale perché “pone un quesito unico agli elettori, mentre la legge ha oggetto e contenuti assai eterogenei tra loro”. I malpensanti ricordano che Onida, schierato per il No, resta comunque un fedelissimo di Napolitano e sospettano adesso che il ricorso rappresenti un ‘favore’ al fronte del Si e all’amico Giorgio. Soltanto voci.