Scende di nuovo in campo l'Ancim a difesa delle isole minori. L'associazione nazionale che raggruppa 36 comuni ha, infatti, diffuso un comunicato dove a chiare lettere denuncia l'ipoacusia del Governo. I punti per cui il gruppo si batte sono due: tassa di sbarco e assunzioni del personale. Il primo riguarda l'esclusione - dal divieto di innalzamento delle tasse - del cosiddetto contributo di sbarco, ovvero l'alternativa dei comuni insulari all'imposta di soggiorno per i turisti. Il gettito di questo contributo di sbarco viene in larga parte utilizzato per coprire i costi del servizio di smaltimento rifiuti, facendo si che le migliaia di turisti mordi & fuggi che ogni giorno si riversano sulle isole italiane contribuiscano a quanto producono, evitando che tale spesa gravi solo sui contribuenti residenti e garantendo allo stesso tempo benefici per i bilanci comunali.

Nella Finanziaria in discussione alla Camera, questa possibilità di risparmio economico in tema di rifiuti è stata esclusa.

Il secondo punto, invece, consiste nelle nuove assunzioni nei piccoli comuni come Capri, Procida, Ventotene. Il Governo ha, infatti, dato indicazioni sulle modalità dei nuovi ingaggi: ovvero il 25% del personale che è andato in pensione e un numero di dipendenti rapportato alla popolazione residente. “Questo può andar bene per i comuni di grandi città – sottolinea l'Ancim nel suo comunicato – ma di certo non in quello di una piccola isola dove capita spesso che vada in pensione un unico dipendente. Come lo si può sostituire? Assumendo il 25% di un essere umano?”.

Una norma, quindi, che secondo l'Ancim va corretta per non penalizzare i comuni delle isole i minori e le circa 200mila persone che vi risiedono stabilmente.

E anche Capri si accoda all'appello dell'associazione nazionale. Secondo il sindaco dell'isola azzurra, infatti, è opportuno ricordare al Governo che le isole minori rappresentano per l'Italia una eccellenza sotto il profilo turistico, culturale e ambientale senza la quale il paese non avrebbe il richiamo internazionale che vanta.

Sottolineando che spesso non viene considerata la particolare condizione di tali comuni, sui quali gravano problematiche organizzative e finanziarie più onerose rispetto a quelle della terraferma, Gianni De Martino ha dichiarato quanto il contributo di sbarco sicuramente consentirebbe di alleviare alcuni aspetti in ambito dei trasporti o della sanità, senza incidere sulla pressione fiscale dei cittadini e contribuirebbe alle finanze dei comuni e, dunque, dello Stato.