Senza alcuna remore nei confronti di denunce, arresti e minacce gira la penisola per difendere il suo credo. Ecco l'intervista a Simone Di Stefano di Casa Pound.

Nonostante la brutta nomea che aleggia intorno al suo partito, ha creato una Onlus per aiutare i cittadini in difficoltà. Perché non ci racconta qualche piacevole aneddoto?

CasaPound Italia è impegnata nel sociale a 360 gradi, perché per noi fare politica vuole dire essere ogni giorno in prima linea a difesa degli italiani. Per difendere i diritti degli italiani siamo quotidianamente in strada, e siamo disposti a rischiare di persona.

È questo stesso spirito che anima ciascuno dei nostri militanti, che ha consentito ai volontari del nucleo di protezione civile di Cpi di arrivare ad Amatrice, all’alba del 24 agosto, prima ancora dei vigili del fuoco: quel giorno, scavando a mani nude, siamo riusciti a estrarre un uomo dalle macerie e ancora oggi siamo impegnati nella gestione degli aiuti alla popolazione. E lo stesso abbiamo fatto in occasione del terremoto dell’Aquila, di quello dell’Emilia e nelle tante altre emergenze che ha attraversato la Nazione negli ultimi anni.

Con le dimissioni di Renzi si apre un nuovo scenario. Cosa consiglierebbe al Presidente Mattarella?

Mattarella avrebbe dovuto ridare la parola agli italiani, invece ha dato l’incarico a Gentiloni e ci siamo ritrovati con un quarto presidente del consiglio che non rappresenta nessuno.

Una mossa sbagliata, che gli italiani non comprenderanno, perché non fa altro che accrescere la distanza tra palazzo e popolo, rafforzando nei cittadini l’impressione di non avere voce in capitolo su niente. Un errore anche dal punto di vista internazionale, perché un governo così debole ci rende ancora più vulnerabili agli attacchi di chi vuole spogliarci anche dell’ultimo straccio di sovranità e ci rende sempre più simili a come l’europa ci vuole, cioè burattini nelle mani dei burocrati.

Alle prossime elezioni avete intenzione di correre da soli?

Si! Correremo da soli, perché siamo convinti che possa fare di più per l’Italia un solo parlamentare di Cpi che quattro interi governi di centrodestra. Certo, siamo consapevoli che la censura mediatica a cui siamo sottoposti sarà un handicap pesante per superare la soglia di sbarramento.

Ma la situazione del paese è tale che CasaPound in questo momento rappresenta l’unico argine di fronte a emergenze la cui soluzione non è più rinviabile, immigrazione in testa. Detto questo, se poi qualcuno vorrà fare alleanze con noi, non avrà che da chiederlo, noi siamo pronti a prenderle in considerazione. Ma con chi non ha nemmeno il coraggio di nominarci non possiamo parlare.

I numeri ci parlano di poca considerazione da parte degli elettori. Cosa ferma la crescita di Casa Pound?

Finora lo scontento popolare è stato incanalato sull’unico partito che è riuscito a sfondare il muro della censura mediatica grazie al fatto di avere un noto comico come leader e una società di marketing come la Casaleggio e associati alle spalle.

Ma il tragico fallimento dei grillini a Roma e la nostra sempre più capillare presenza nelle piazze a fianco degli italiani ci consentiranno di superare anche questo ostacolo.

Parentesi comune di Roma: da mesi vi è una guerra tra voi e la Raggi a causa degli sgomberi nei quartieri popolari. C'è un modo di porre fine alla questione?

Purtroppo non sta a noi porre fine a questo problema, ma a Virginia Raggi mantenere le promesse fatte in campagna elettorale. La sindaca invece si è rivelata tutto l’opposto di quello che aveva cercato di far credere. Barricata a palazzo Senatorio, in cinque mesi non è riuscita a far nulla per la città, se non a disporre lo sfratto per diverse famiglie romane, con tanto di anziani e bimbi disabili.

Impassibile di fronte a ingiustizie che gridano vendetta, si è però poi precipitata a dare solidarietà alla famiglia marocchina cacciata da San Basilio. Con un sindaco così Roma non va avanti.

Un regalo per il 2017?

Far entrare CasaPound in Parlamento.