Tra proteste e dichiarazioni social di battaglia, la soap del governo prosegue a ritmo incalzante. Ieri sera il nuovo governo di Paolo gentiloni ha ottenuto la fiducia della Camera, importanti consensi nell’Aula di Montecitorio che hanno francamente sganciato un bel sì al nuovo esecutivo – che poco prima si era mostrato in tutta la sua retorica nelle dichiarazioni programmatiche del nuovo premier Gentiloni.

Il sì è arrivato anche contro il M5s

Nonostante le assenze e gli insanabili – magari non eterni – dinieghi di M5s e Ala il nobile a Palazzo Chigi è riuscito ad ottenere 368 sì e 105 no, ottimo record da non sottovalutare, almeno fino al prossimo scandalo di Palazzo.

Oggi dalle 9,30 inizieranno i riti per il voto della fiducia nell’Aula di Palazzo Madama, dove il Senato è in fermento. Il programma della discussione generale e programmatica continuerà fino alle 13, si prosegue dunque con la replica in pompa magna del Presidente del Consiglio, poi le dichiarazioni di voto e finalmente alle 15 la prima chiama dei senatori. Il tutto in diretta per i più accaniti.

Il Premier si allinea a suo modo con il precedente governo Renzi, dichiarandosi orgoglioso di quanto è stato fatto e di quanto la comunità internazionale abbia apprezzato gli eccellenti risultati italiani. E poi l’apertura: il governo non si rivolge a quelli del sì o a quelli del no, ma a tutti i cittadini italiani.

Ma il vero focus è la necessità di maggioranza e il bisogno di abbandonare la teoria del ‘salta sul carro promettente’ o ‘critica maxima sempre ben accetta’. Il senato applaude timidamente.

Nuove alleanze con Forza Italia nell'aria?

L’altro applauso era stato fatto a Gentiloni alla Camera dopo la citazione di Simone Baldelli di Forza Italia.

E poi, come a discostarsi dalle (il)logiche tendenze renziane al contatto interpersonale, il Premier ribadisce il concetto che il Parlamento non è social network e c’è bisogno di serenità.

Questa esultanza pare quanto mai strana soprattutto se si prendono in considerazione le passate pressioni dal premier dei premier, Silvio berlusconi per elezioni immediate: e a questo punto sarebbe legittimo chiedersi dove inizia la strategia e finisce la superficialità delle parti.