Il dibattito sulla legalizzazione della marijuana è ancora in fase di sviluppi in Italia, dove sembra non si riesca ad arrivare ad una soluzione definitiva - in un senso o in un altro. E mentre anche il Perù si avvia verso l’elaborazione di un progetto sociale di legalizzazione della cannabis, in Italia nonostante i vari tentativi, la possibilità di un accordo trasversale è naufragato quasi del tutto e la questione in Italia rimane senza risposte. D'altronde se è vero che uniti si vince, è anche vero che tacere è sempre stato meglio di dividersi.

Eppure non tutti considerano che la marijuana legale potrebbe creare un interessante binomio con uno dei grandi settori dell’economia italiana, la sfera enogastronomica.

Cannabis e Fast Food

Una recente indagine di Bloomberg sulle abitudini di chi vive nei Paesi dove la marijuana legale è già una realtà evidenzia un particolare legame tra cannabis e vendite nei Fast food. Infatti sembra proprio che ben il 43% di chi assume marijuana si reca a mangiare in un ristorante McDonald pochi minuti dopo l’assunzione - nella lista dei ristoranti preferiti spiccano anche i tipicamente americani Taco Bell e Wendy.

C’è chi si chiede cosa avverrebbe in un contesto italiano: ampio spazio a pizzerie a taglio e trattorie?

Marijuana gourmet

Non solo Fast Food, largo anche ai menù gourmet quando si parla di marijuana legale. Nello stato del Colorado negli USA la cannabis è stata legalizzata fin dal 2012 e c’è chi sta dando vita ad un vero e proprio nuovo mestiere: il fumatore gourmet e il pot sommelier - i veri professionisti della marijuana.

Philip Wolf ha capito il potenziale di un’unione tra aree nettamente affini dove le figure specializzate ancora vivono in una fase di formazione e collocazione delle competenze.

Wolf sta creando una scienza di abbinamento marijuana-food secondo canoni gastronomici precisi degni delle migliori tasting experience.

L’abbinamento erba e cibo nasce nella sua mente nel 2014 nella vibrante Barcellona della cultura e delle emozioni d’impatto, nel mezzo di una degustazione di vini. In quegli anni non era ancora certo di come impostare questo progetto sia a causa di una vera innovazione in ambito legislativo, sia a livello di consenso sociale.

“Tutto divenne più chiaro dopo che chiesi il parere di un mio amico ristoratore, il quale semplicemente mi disse di portare un po’ di erba per cucinare insieme e capire meglio. Abbiamo capito e ci siamo divertiti. E’ stato fantastico.” Così Wolf ricorda le origini delle sue idee.

Sperimentazione e gusto

Cucinando e sperimentando, assaggiando e valutando, Phil Wolf è riuscito nei suoi intenti e ha dato vita ad un attento compendio di abbinamenti gourmet e suggerimenti di consumazione. Ad esempio, un vero must è l’insalata di barbabietole e caprino insieme ad una buona OG Kush per via delle sue decise sfumature legnose (pine) e il tono suadente e personale; una cake glassata al cioccolato fondente è un’eccellente compagna della Cherry Blossom Kush e del suo gusto tra ciliegia e noce - proprio come in molti dolci che abbagliano oggi i menu stellati di mezzo mondo.

Gli abbinamenti sono possibili grazie al vasto range di odori e tonalità di gusti della cannabis, che non è affatto tutta la stessa come pensano alcuni, ma cambia nettamente sapore con il variare degli oli essenziali, meglio noti come terpeni. Resta ancora il dubbio su come verrebbe declinata questa possibilità di abbinamento in Italia, dove le materie prime e la tradizione mediterranea offrono un variegato panorama gastronomico.

Oggi l’imprenditore Phil Wolf è felicemente a capo della sua azienda, la Cultivating Spirit.

Ogni mese organizza eventi e degustazioni con costi che oscillano tra i $125 e i $180. La mice en place ovviamente include coltello, forchetta e una scatolina con la marijuana da fumare tra le varie portate della degustazione. Mangi, fumi, bevi.