La pesante sconfitta al referendum costituzionale ha indotto Matteo Renzi a dimettersi dalla carica di presidente del Consiglio. Scegliere il dopo Renzi è responsabilità del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Le ipotesi al vaglio del Capo dello Stato sono tante: un nuovo incarico allo stesso Renzi, un governo tecnico, oppure un governo di scopo che ha come unico obiettivo la formazione di una nuova legge elettorale per andare quanto prima al voto. Proprio quest'ultima è la possibilità più concreta e voluta dalla maggioranza delle forze politiche, Renzi incluso.

Quale legge elettorale preferiscono i partiti?

Il partito di maggioranza, il Pd, è diviso. Da una parte ci sono Renzi e i suoi fedelissimi che spingono per l' Italicum, la legge elettorale appena approvata. Dall'altra parte, invece, figurano Bersani e Speranza. I due, che fanno parte della minoranza del partito, preferirebbero il Mattarellum, la legge elettorale utilizzata nel 1994 e nel 1996 basato su collegi uninominali e una quota proporzionale. Così come i Renziani, anche il Movimento 5 Stelle, la Lega Nord e Fratelli d'Italia vorrebbero andare al voto con l'Italicum. Le ragioni sono diverse: il M5S crede che il sistema elettorale aumenti le loro possibilità di andare al governo. La Lega di Matteo Salvini e Fratelli d'Italia per non perdere tempo e andare subito al voto.

Silvio Berlusconi e il suo partito, Forza Italia, preferirebbero il sistema proporzionale. Questo sistema favorirebbe le coalizioni, garantendo così un ruolo ancora importante al Cavaliere.

Perché è difficile che si voti subito?

Per il Capo dello Stato andare subito al voto è "inconcepibile" in quanto Camera e Senato verrebbero elette con due sistemi completamente differenti: per la prima verrebbe usato l'Italicum, la legge elettorale appena approvata che prevede un forte premio di maggioranza; mentre per il Senato verrebbe usato il Consultellum, molto simile ad un proporzionale puro che non permetterebbe, in modo così semplice, di ottenere la maggioranza dei seggi ad un singolo partito. Ma questa non è l'unica ragione. La Corte Costituzionale, infatti, è chiamata ad esaminare possibili profili di incostituzionalità sollevati dai giudici di Messina, Torino e Perugia sull’Italicum.