Il fronte del No al referendum costituzionale ha vinto praticamente dappertutto: al Nord, al Centro e al Sud; tra i giovani e i meno giovani (ad eccezione degli over 65); esclusa la categoria "pensionati", tra tutte le categorie professionali. Nemmeno gli stessi elettori del Pd hanno votato in modo compatto l'approvazione della riforma costituzionale voluta da Renzi: circa il 30% di essi, secondo l'Istituto Cattaneo di Bologna, ha votato contro la riforma.

Trentino, Emilia Romagna e Toscana: le uniche regioni favorevoli alla riforma costituzionale

I sondaggi, questa volta, non hanno sbagliato sull’esito del referendum costituzionale. L'errore, se così si può chiamare, è stato casomai sulla misura della vittoria: tutti i principali istituti demoscopici avevano infatti previsto il successo del No, segnalando, però, un’ampia area di incerti, che avrebbe potuto rendere possibile perfino il sorpasso del Sì. Invece, il No si è imposto nettamente ed ha prodotto conseguenze immediate con le dimissioni del presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Prima di analizzare i voti su base nazionale ricapitoliamo i dati: l'affluenza alle urna è stata del 65,5 % ed il No ha vinto con il 59,1 % dei votanti.

Il Sì ha vinto solo in tre regioni: Trentino Alto Adige, Toscana ed Emilia Romagna, rispettivamente con il 53,9%, 52,5% e 50,4%.

Analisi del voto: il Sì ha vinto solo tra i pensionati

L'unica categoria professionale in cui ha vinto il Sì è quella dei "pensionati", con il 55% dei voti. Il No, invece, si è imposto tra gli studenti (58%), liberi professionisti, impiegati, insegnanti, tecnici, funzionari (con il 62% dei voti), operai, casalinghe, imprenditori e disoccupati (con il 70% dei voti circa).

L'unica classe d'età favorevole alla riforma è quella degli over 65 anni; mentre quelle che vanno dai 18 ai 65 hanno espresso parere contrario, in particolare tra i più giovani (18-44). Un ultimo dato è sulla fedeltà ai partiti. In questo caso riscontriamo analisi leggermente diverse, almeno per quanto riguarda gli elettori del Pd: l'Istituto Cattaneo di Bologna, come riporta il quotidiano La Stampa, registra un tasso di "disobbedienza" del 30% circa; il sito di Repubblica, invece, abbassa questo dato al 15%.

Sugli elettori del Movimento 5 Stelle e su quelli di Forza Italia le due analisi convergono: entrambe affermano che tra gli elettori del M5S circa il 90% abbia rispettato le indicazioni di voto del partito, in quelli di Forza Italia circa il 65%.