'Non credevo mi odiassero così tanto'. Renzi ha preso atto della vendetta dei docenti concretizzatasi in occasione del voto referendum costituzionale ma il movimento Mida Precari rimprovera il dimissionario Presidente del Consiglio, accusandolo di assumere atteggiamenti vittimistici.
In un comunicato, Rosa Sigillò, coordinatrice nazionale Mida Precari, ha voluto ricordare al premier che non è vero che il popolo lo odia, semmai odia il suo modo di aver fatto politica.
Ultime news scuola, venerdì 9 dicembre 2016: Renzi 'Non credevo mi odiassero così tanto'
Tra l'altro, proprio nell'ultimo discorso, Renzi ha riaffermato quello che doveva rappresentare il suo scopo da raggiungere attraverso la riforma costituzionale, ovvero 'cancellare le poltrone': semmai, ricorda Rosa Sigillò, il vero intento era quello di volersi 'scegliere le poltrone', favorendo le proprie amicizie e regalando impunità a chissà chi...
Resta una cosa importante da sottolineare. Renzi, nel suo ultimo discorso, non ha voluto citare la sua riforma per eccellenza, la sua Buona Scuola, ben consapevole che proprio dal giorno in cui è stata approvata la famosa legge 107 (era il mese di luglio 2015) è iniziata la sua decadenza.
Non è vero che il popolo odia Renzi e non è vero neppure che i docenti abbiano voltato le spalle al Partito Democratico. Gli insegnanti, secondo Mida Precari, hanno votato con grande responsabilità, scegliendo ciò che ritenevano più giusto per il bene della collettività.
Mida Precari: Renzi e quel 'Viva l'Italia' che tanto chiama alla mente la canzone di Francesco De Gregori
Il comunicato si chiude con una citazione eccellente, quella contenuta in un celebre motivo scritto da Francesco de Gregori, ovvero Viva l'Italia: sono passati trentacinque anni e più da quando il leggendario cantautore romano cantava 'L'Italia liberata, l'Italia derubata e colpita al cuore, l'Italia che non muore'.
Eppure questi versi sembrano così reali, tanto più che lo stesso Matteo Renzi ha concluso il suo ultimo discorso con un 'Viva l'Italia'. Già l'Italia, quell'Italia che, nonostante tutto, è ancora lì, con la testa alta e la sua piena dignità.