Caro Nigel le nostre strade si sono divise - scrive Beppe Grillo nel suo messaggio di commiato a Nigel Farage - ti auguro il meglio e spero che le nostre strade si incrocino ancora”. E, infatti, il M5S ha scelto: fine dell’alleanza nel parlamento europeo con l’Ukip di Farage e accordo con i liberali dell’Alde guidati da Guy Verhofstadt. Il risultato della votazione on line questa volta non è stato bulgaro, ma comunque inequivocabile: il 78,5% dei votanti, 31.914 persone, ha votato per passare nel gruppo Alde, 6.444 avrebbero preferito restare nell’Efdd con gli antieuropeisti di Farage, mentre 2.296 hanno scelto di confluire nel gruppo dei non iscritti.

Beppe Grillo e Davide Casaleggio sono già volati a Bruxelles, dove hanno incontrato i loro parlamentari mentre, contemporaneamente, i liberali ultraeuropeisti prendevano la decisione, ormai scontata, di dire si a questa apparentemente contraddittoria alleanza. I 17 europarlamentari hanno accolto con unanime positività il risultato della votazione degli iscritti. Laura Ferrara e Fabio Massimo Castaldo si dicono felici e provano a spiegare le ragioni di una scelta che, a cominciare dal ‘sospeso’ Nicola Morra, ha rischiato di spaccare attivisti e parlamentari pentastellati. Un altro europarlamentare, Marco Zanni, smentisce piccato le voci su una sua possibile dissidenza con un secco: “Dette tante cose false”.

Laura Ferrara, intervistata questo pomeriggio nei corridoi dell’europarlamento, lo dice chiaramente: “Non credo a spaccature nella nostra delegazione a Bruxelles”. Una dei 17 portavoce del Movimento a Bruxelles crede fermamente nei principi della democrazia diretta e conferma quindi, la decisione di rispettare la volontà espressa dagli iscritti.

La Ferrara se la prende, senza fare nomi, con “alcuni deputati nazionali” i quali, a suo dire, “si esprimono senza conoscere bene il funzionamento del parlamento europeo”. Prova anche a spiegare che il motto ‘meglio soli che male accompagnati’, coniato dai contrari all’accordo con Verhofstadt, significherebbe votarsi all’irrilevanza politica.

L’unico modo per “rafforzare le nostre battaglie”, conclude, è confluire in un gruppo numeroso come l’Alde.

Fabio Massimo Castaldo ammette che all’interno dell’Alde convivano “molte sensibilità diverse”, e porta l’esempio delle sanzioni alla Russia, a cui i grillini sono notoriamente contrari. Anche nel gruppo ‘anti Putin’ di Verhofstadt ci sono, spiega Castaldo, deputati “con i quali abbiamo già collaborato che si schierano contro e vorrebbero una revoca”. I gruppi all’interno del parlamento europeo non sarebbero altro che dei “contenitori” che al loro interno possono avere delle posizioni che “possono essere anche divergenti”. Quindi, promette Castaldo, “continueremo a lavorare senza mai tradire in alcun modo quelle che sono state le nostre battaglie finora, come quella sul Ttip”.