Con il Partito Democratico diviso come mai prima d'ora e un Movimento Cinque Stelle chiamato a risollevarsi completamente dalla questione Virginia Raggi, ecco la svolta in grado di far posizionare il centrodestra come forza politica maggioritaria in vista delle prossime Elezioni. Protagonista della svolta? Sì, avete indovinato: è lui, Silvio berlusconi. L'ex premier, infatti, non ha mai nascosto di non essere un amante delle primarie e se proprio un leader deve prendere il suo posto alla guida dello schieramento moderato, dovrà guadagnarsi la golden share sul campo, dimostrando di avere il famoso "quid" di cui difettava ad esempio Angelino Alfano.

Berlusconi però non è candidabile: quindi?

L’ex premier è decaduto da senatore il 27 novembre 2013 dopo la condanna definitiva nel processo Mediaset che lo ha reso non candidabile fino al 2019 per via dell'applicazione della Legge Severino. Proprio oggi, però, a Palazzo Madama i senatori hanno salvato dalla decadenza Luigi Minzolini nell'ambito della stessa materia ed è stato l'avvocato storico di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini, a chiarire che adesso i margini per intervenire e ribaltare la sentenza ci sono tutti.

Le parole di Ghedini

Intervistato da Il Fatto Quotidiano, Ghedini ha dichiarato: "Porteremo questa decisione immediatamente all’ attenzione della corte di Strasburgo. Si tratta di fatti identici trattati in maniera diversa.

Finalmente i parlamentari si sono resi conto della violazione di legge della Severino per reati antecedenti alla sua approvazione. Una norma che non esiste in nessun paese del mondo".

Lo stesso Silvio Berlusconi, dopo aver appreso che Minzolini era stato salvato dal voto dei senatori, ha subito fatto due più due, tanto che pare abbia commentato: "Sono molto contento, il voto rappresenta un’inversione di tendenza che ci fa ben sperare".

Con un Silvio Berlusconi di nuovo in campo, ecco che Salvini e Meloni dovrebbero abbandonare forse definitivamente le ambizioni di guidare il centrodestra. Silvio Berlusconi torna a reagire più forte che mai.